Banca IFIS ha chiuso l’esercizio 2017 con un utile netto (comprensivo del contributo dell’ex Gruppo Interbanca per il periodo di 12 mesi) di 180,8 milioni di euro rispetto ai 697,7 milioni al 31 dicembre 2016.
L’utile 2016, spiega però la società in una nota, ” era significativamente influenzato dai 633,4 milioni di euro” legati agli effetti del “gain on bargain purchase” derivante dall’acquisizione dell’ex Gruppo Interbanca. Nello stesso periodo di riferimento l’utile per azioni è stato pari a 3,38 euro.
Dato significativo riguarda il dividendo. Il cda ha deciso di proporre una cedola di 1 euro per azioni, una cifra che rappresenta aumento del 22% rispetto all’esercizio precedente.
Tornando ai conti, nel 2017, il margine di intermediazione è cresciuto del 59,4% rispetto al 2016 toccando quota 519,6 milioni di euro dai precedenti 326. A migliorare è stato in particolare il margine verso il target imprese, comprendente i settori Crediti commerciali, Corporate Banking, Leasing e Crediti fiscali, che ha riportato una crescita del 117,1% attestandosi a 355,2 milioni (da 163,6 milioni nel 2016). Il CET1 si assesta al 15,64%.
Passando all’ “area Npl”, il gruppo IFIS ha realizzato un margine di intermediazione pari a 164,5 milioni di euro rispetto ai 148,3 milioni del 2016 (+10,9%). Il patrimonio netto consolidato a fine esercizio si attesta a 1.368,7 milioni di euro rispetto ai 1.228,6 milioni del 31 dicembre 2016 (+11,4%).
“Da un punto di vista gestionale – ha commentato il numero uno di Banca IFIS, Giovanni Bossi – , il 2017 è stato un anno di rilevante attenzione ai processi interni di integrazione ed alla ricerca di efficienza, sia nelle singole business unit, sia nella semplificazione societaria avvenuta”.
“Forte impatto su tutta l’operatività del Gruppo, nel corso dei 12 mesi, è derivato dal cambio di sistema di core banking, dall’adozione di un nuovo sistema di CRM a livello di Gruppo e dal lancio di nuove piattaforme web, utilizzando l’innovazione digitale a beneficio della relazione con il cliente. Per rendere tutto ciò possibile si è reso necessario investire molto nelle risorse umane, sia in formazione, sia nella ricerca di nuove competenze che si sono unite al progetto del Gruppo.
“Durante l’esercizio – ha continuato l’amministratore delegato – molto lavoro è stato fatto per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e razionalizzazione del costo del funding con conseguente beneficio in termini di flessibilità, accesso e rafforzamento degli indici di liquidità e solidità. Anche l’attribuzione del rating emittente da parte dell’agenzia Fitch è andato in questa direzione”.
Per quanto riguarda il 2018, gli obiettivi “sono stati disegnati in continuità con quanto già fatto nel 2017: sinergie, semplificazione, valorizzazione ed innovazione continueranno a ritmo incessante” ha concluso Bossi.