Solo Intesa San Paolo, grazie alla positiva accoglienza riservata al piano industriale presentato stamane agli analisti, e pochi altri valori bancari sfugge alla pioggia di vendite che, pur con minor intensità rispetto alla tempesta di Wall Street e al successivo tsunami in Oriente (Tokyo -4,7%), sta caratterizzando i mercati azionari.
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib accusa un ribasso nell’ordine del due punti percentuali, attorno a quota 22.300 punti, dopo esser scivolato in apertura a 21.942 punti assai al di sotto dei 23 mila segnati solo venerdì. In forte calo anche Parigi (-2,20%), Francoforte (-2,45%) e Londra (-2,20%), che nell’arco della mattinata ha toccato i minimi dalla fine del 2016. I futures sull’apertura di Wall Street segnalano un avvio in rialzo di circa mezzo punto.
La crisi dei mercati azionari ha riportato in auge l’oro, il più classico dei beni rifugio, in rialzo a 1.340 dollari l’oncia. Non godono di altrettanta fortuna le criptovalute: il bitcoin è caduto sotto quota 6.000 punti, sesto giorno consecutivo di ribasso.
Al contrario, gode di insospettata solidità il Btp, a ruota del Bund tedesco: il decennale tratta all’1,99%, da 2,01% di ieri. Bund allo 0,67%, in calo di 4 punti base. A stemperare la tensione sono le notizie sull’accordo raggiunto a Stoccarda, per il Baden-Wuerttenberg, relativo alla vertenza dell’Ig Metall, il sindacato che rappresenta l’industria siderurgica ed elettrica.
Nel giro di poche ore, anche i bond Usa sono tornati ad essere il bene rifugio, l’esatto opposto della percezione di pochi giorni fa: il Treasury Bill a dieci anni è crollato a 2,70%, da 2,86% del giorno prima.
Tra le eccezione virtuose, Intesa San Paolo (+1,78% a 3,15 euro) dopo la presentazione del business plan e dei conti 2017 chiusi con un utile a 7,3 miliardi (con un contributo di 3,5 miliardi per l’acquisizione delle banche Venete). La banca proporrà la conversione delle azioni risparmio (+7%) in ordinarie, con un rapporto di 1,04 ordinarie ogni risparmio senza conguaglio cash. Il Piano prevede la riconversione di almeno 5.000 persone a ruoli con elevato valore aggiunto, ulteriore chiusura di 1.100 filiali.
Fa ancor meglio Banca Monte Paschi (+2,72% a 3,70 euro). La Banca presenterà venerdì i primi risultati dopo il rientro in Borsa.
In equilibrio Bper Banca. Stamattina Mediobanca ha confermato il target a 6,0 euro con giudizio Outperform. L’upside potenziale rispetto alla quotazione è intorno al +30%.
Recupera FinecoBank (-2%) dopo un avvio da brivido in cui aveva perduto il 9%.
In terreno negativo, seppur in ripresa, le altre blue chip, a partire dall’industria. Leonardo -3,65% sui nuovi minimi dal 2016.Nella scuderia Agnelli, Fca -3,31%: la società ha messo in cassa integrazione una parte dei dipendenti dello stabilimento di Torino Mirafiori. Perde colpi Ferrari (-3,06%): stamattina Goldman Sachs ha confermato la raccomandazione Neutral, alzando il prezzo obiettivo a 118 euro da 106 euro. Cnh Industrial -4,3%.
Telecom Italia-2,8%. La controllata brasiliana ha presentato dati del trimestre superiori alle aspettative. Mediaset -1,75%: la Lega delle squadre di calcio di serie A ha deciso di accettare l’offerta di Mediapro, operatore privo di infrastrutture che rivenderà le partite alle televisioni. La legge prevede che non ci possa essere un solo soggetto, a detenere tutto, per cui, Mediaset potrebbe riuscire ad avere una porzione del campionato, a prezzi ragionevoli.