Dopo l’impennata, il Cavallino rimane in piedi. All’indomani dei conti che hanno spinto le quotazioni in rialzo di oltre il 7%, il titolo di Ferrari non subisce il contraccolpo delle prese di beneficio e si mantiene sopra la soglia psicologica dei 100 euro per azione. A fine mattinata la Rossa viaggia poco sopra la parità a Piazza Affari: +0,3%, a 103,5 euro. Da inizio anno il progresso è del 17%.
Gli analisti hanno giudicato positivamente i numeri degli ultimi mesi del 2017, risultati superiori alle attese sia per quanto riguarda i ricavi che l’utile, e sono rimasti colpiti anche dai target futuri indicati dall’azienda.
Nel quarto trimestre 2017, Ferrari ha messo a segno ricavi per 840 milioni, in rialzo dello 0,5%, e un utile netto di 136 milioni, in miglioramento del 23%. Il debito, pari a 473 milioni, è invece risultato in linea con le attese. Per quanto riguarda il 2018, i vertici di Ferrari hanno dichiarato di aspettarsi un ebitda superiore a 1,1 miliardi di euro, livello superiore alle attese del mercato, su un giro d’affari di 3,4 miliardi, quest’ultimo in linea con quello dell’anno scorso e più basso rispetto alle previsioni degli analisti, fino a ieri attorno a 3,6 miliardi.
Il debito, inoltre, dovrebbe scivolare a fine anno sotto i 400 milioni, senza peraltro includere l’impatto positivo legato al così detto Patent Box. La casa ha inoltre annunciato che investirà circa 550 milioni di euro per i nuovi modelli, livello di circa 100 milioni dl di sopra del consensus di mercato. Ma non è tutto. I vertici di Ferrari hanno colto di sorpresa la comunità finanziaria annunciando anche i target di lungo periodo: entro il 2022 l’ebitda dovrebbe portarsi al di sopra di 2 miliardi, il free cash flow dovrebbe migliorare a 1,2 miliardi, mentre i debiti dovrebbero andare a zero già entro il 2021.
“Con questo ebitda nel 2022 stimiamo utile netto superiore a 1,1 miliardi, con un aumento medio annuo attorno al 16%”, hanno commentato gli analisti di Equita. In pratica il profitto tenderà a raddoppiare rispetto al livello del 2017, pari a 537 milioni. Tra l’altro durante la conference call il presidente Sergio Marchionne ha detto che l’ebitda a 2 miliardi nel 2022 sarà un punto chiave imprescindibile anche dai volumi, che comunque non saranno raddoppiati.
Inevitabilmente, hanno dedotto gli analisti, i margini sull’ebitda dovranno salire al 35-36%, livelli simili a quelli del top di gamma del lusso, come ad esempio Hermes. Nel 2017 l’ebitda margin della Rossa si è attestato al 31%.
“Ciò supporta la nostra visione di unicità dell’equity story in cui il management è in grado di gestire tutte le principali variabili, eccetto quella dei cambi”, hanno commentato gli esperti di Equita che tuttavia hanno puntato l’indice anche sui rischi all’orizzonte legati principalmente al lancio previsto dei suv Ferrari e a un eventuale ‘annacquamento’ del brand. Gli esperti hanno comunque reiterato la raccomandazione di ‘Buy’ sulle Ferrrari alzando del 9% il target di prezzo a 120 euro.
Hanno ritoccato al rialzo le valutazioni della società anche gli analisti di Kepler Cheuvreux, alzando da 80 euro a 110 euro il prezzo obiettivo, in modo da riflettere le stime di crescita di lungo periodo. Infine Banca Akros, pur essendo più prudente (‘Hold’) su Ferrari, ha rivisto il target price da 107,5 euro a 110 euro per azione.