Sta per aprirsi ufficialmente la corsa al dopo-Draghi. Una corsa che durerà due anni. Entro qualche settimana i rappresentanti della zona euro sono infatti chiamati a individuare un nuovo vice-presidente della Bce, dando così il via a un biennio di cambiamenti al vertice dell‘istituto centrale, che culminerà con l’addio di Mario Draghi, a fine 2019.
In pole per la successione del banchiere italiano c’è sempre la Germania, che dopo aver lasciato spazio alla Francia con Trichet e all’Italia, spesso mal sopportando le scelte di Super Mario, scalpita ora per vedersi assegnata la presidenza, a vent‘anni dalla creazione della Bce (è stata fondata il 1° giugno del 1998), al vertice della quale non ha mai sinora piazzato un proprio rappresentante (prima di Trichet infatti ci fu l’olandese Wim Duisenberg). Ma la partita è ancora aperta, viste le idee aggressive del candidato più probabile, il capo della Bundesbank, Jens Weidmann, che ancora ieri, in un’intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha fatto pressione su Draghi per chiudere il programma di acquisto di titoli di Stato della Bce da un miliardo di euro previsto per quest’anno.
Weidmann ha parlato anche oggi a Francoforte, ponendo una condizione prima di proseguire sulla strada della garanzia europea sui depositi bancari, il passo che manca per completare l’Unione bancaria: deve essere stabilito un limite al possesso di titoli di Stato da parte degli istituti di credito. “In Europa va eliminato il trattamento privilegiato dei titoli di Stato nei bilanci delle banche per evitare di far rientrare dalla finestra la mutualizzazione dei rischi sui debiti pubblici. I crediti verso gli Stati non vanno trattati diversamente da quelli verso le imprese o i singoli”.
Prima ancora però del rinnovo della presidenza, ci sarà quello della vicepresidenza: il portoghese Vitor Constancio infatti scade nel maggio di quest’anno, e per la sua successione il favorito è al momento il ministro dell’Economia spagnolo Luis de Guindos. I ministri delle Finanze daranno il via al processo per scegliere il nuovo vice-presidente lunedì prossimo, mentre la decisione dovrebbe giungere entro il mese di febbraio. Ma intanto si muove anche la Francia.
Nella logica di una poltrona da presidente riservata alla Germania, in teoria la vicepresidenza dovrebbe andare a un Paese del Sud Europa (e per questo è favorito de Guindos), ma proprio ieri il presidente transalpino Macron ha nominato l’ex parlamentare europea Sylvie Goulard alla vicedirezione della banca centrale francese, dove va a sostituire Anne Le Lorier diventando la prima politica (è stata anche ministro della Difesa a Parigi) a occupare un ruolo di vertice alla Banque de France. La sua nomina va interpretata come un tentativo di Macron di conquistare un posto di rilievo alla Bce, se non alla vicepresidenza almeno nel comitato esecutivo (prima di Draghi scade anche la presidente del supervisory Board del Ssm Daniele Nouy).