“Anche la Regione Puglia dopo il Comune di Taranto ha depositato la rinuncia alla richiesta di sospensiva al Tar sul Dpcm che contiene il Piano Ambientale per Ilva. E’ un segnale positivo che scongiura il rischio spegnimento il 9 (gennaio). Ora lavoriamo insieme per il ritiro del ricorso”. Lo scrive su Twitter il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.
E’ dunque per ora sospeso il braccio di ferro che aveva visto in particolare il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, opporsi al progetto di rilancio per l’acciaieria di Taranto. Proprio ieri, in occasione della conferenza stampa di fine anno, anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni aveva rivolto un nuovo appello al governatore pugliese: “Ovviamente ha ragione il Governo, mi sono rivolto qualche giorno fa in modo istituzionale e rispettoso al presidente della Regione Puglia e al sindaco di Taranto. E’ una cosa enorme, 14mila posti di lavoro e miliardi di investimenti per la bonifica ambientale di una delle aree più inquinate del Paese. Tutto possiamo fare tranne che mandare in fumo posti e miliardi di investimento”.
Anche la Regione Puglia dopo il Comune di Taranto ha depositato la rinuncia alla richiesta di sospensiva al TAR sul DPCM che contiene il Piano Ambientale per ILVA. È un segnale positivo che scongiura il rischio spegnimento il 9. Ora lavoriamo insieme per il ritiro del ricorso.
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 29 dicembre 2017
Nell‘estate del 2012 l‘impianto pugliese è stato parzialmente sequestrato dalla Procura nell‘ambito di un‘inchiesta sulle emissioni inquinanti fuorilegge, che nel corso degli anni avrebbero provocato la morte di alcune centinaia di persone. Il ricorso rappresenta tuttora una spada di Damocle sull‘acquisto di Ilva perché, se fosse accolto, azzererebbe l‘operazione. La rinuncia alla sospensiva consente soltanto di non bloccare l’operazione in attesa del pronunciamento del Tar.