L’editoria con caratteristiche cinesi
Una volta erano i cinesi a copiare gli occidentali, oggi sono gli occidentali a doversi ispirare alle invenzioni e alle innovazioni dei cinesi. La Cina è il paese più avanti nella eliminazione del contante e nei pagamenti con mobile (si parla di 700 milioni di persone che li praticano). La Cina è il paese con il programma più ambizioso per eliminare i combustibili fossili e attivare le energie rinnovabili. I cinesi si relazionano e vivono online come nessun’altra popolazione è in grado di fare.
La Cina è ormai “l’e-commerce nation”. È una comunità completamente proiettata nel futuro. Tutte le cose che noi vogliamo fare, loro le stanno già facendo. C’è pure da stupirsi dei paradossi cinesi, in genere visti e etichettati come tali con le categorie di giudizio degli occidentali. Un paese dove la libertà di espressione e di stampa è fortemente regimentata e Internet posta sotto il controllo del governo, la scrittura e la narrativa conoscono una stupefacente fioritura a tutti i livelli. Questo fenomeno avviene totalmente sui nuovi media in modalità del tutto, è proprio il caso di dirlo, inedite. È l’editoria con le caratteristiche cinesi, per dirla parafrasando la famosa massima del fondatore della Cina moderna, Deng Xiaoping.
L’editoria cinese è come la cucina cinese: si pubblica di tutto e si consuma di tutto su qualsiasi mezzo disponibile in qualsiasi momento della giornata. Si legge quasi esclusivamente a video, specialmente sui telefonini di grande formato, dopo aver scoperto il contenuto attraverso uno dei pervasivi social cinesi che non si chiamano Facebook, Twitter, Snapchat, YouTube ma hanno nomi per noi poco familiari, ma che presto lo diventeranno. All’editoria con caratteristiche cinesi abbiamo già dedicato un post al quale rimandiamo. Qui vogliamo occuparci del fenomeno China Literature.
Il fenomeno China Literature
Di fronte questo stato di cose viene da chiedersi: chi ha detto che l’editoria è un pessimo investimento? Chi ha detto che gli investitori rifuggono dalle case editrici? Questo è senz’altro il pensiero degli azionisti di Pearson o di qualche altro gruppo editoriale occidentale. Se ci si sposta in Cina, la faccenda cambia del tutto. Il book publishing è uno dei comparti più caldi e promettenti dei nuovi media. Non si sta parlando del publishing tradizionale (libri, riviste, giornali) ma del publishing online, quello dei blog letterari, dei siti e delle app di contenuto e soprattutto degli ebook.
Il campione di questo fenomeno prettamente cinese è China Literature. Un editore, parte della conglomerata Tencent, che, pur non pubblicando una riga su carta, ha ottenuto una incredibile valutazione per la sua offerta pubblica di azioni alla borsa Hong Kong, tale da trasformarla nella casa editrice con la più elevata capitalizzazione del mondo. Le azioni di China Literature hanno ricevuto richieste 600 volte superiori alla loro disponibilità e nelle prime tre ore di trading sono cresciute del 100%. La quotazione di China Literature si è trasformata nella più importante offerta pubblica di azioni degli ultimi 10 anni alla borsa di Hong Kong. Per una società che ha il suo core business negli ebook è qualcosa di veramente straordinario.
Infatti China Literature è una sorta di Kindle Store con quasi dieci milioni di titoli e sei milioni e mezzo di autori che conferiscono i loro contenuti alla piattaforma. I lettori possono acquistare parti di contenuto secondo metriche specifiche o sottoscrivere un abbonamento. China Literature è in attivo solo dal 2017. Che cosa ha, dunque, di così speciale China Literature? Ce lo facciamo raccontare dall’“Economist” che ha pubblicato un servizio su questo caso. Di seguito riportiamo la traduzione italiana dell’articolo “China’s largest online publisher enchants investors and readers alike” (Il più grande editore online della Cina fa impazzire gli investitori e pure i lettori). Buona lettura e ispiriamoci!
La sinergia strategica con Tencent
Xu Jie ogni volta che si reca al cinema per vedere un film giallo o horror rimane delusa: la censura cinese, per combattere la superstizione, taglia dalla pellicola tutte le scene di zombie e di fantasmi. Così la sua passione per il fantastico si rivolge verso la fiorente scena letteraria online. In quell’ambito gli autori possono prendersi delle libertà di fronte alle quali le case editrici di proprietà statale rinculerebbero. Al posto delle parole proibite sono utilizzati degli omofoni. Danmei, un nuovo genere narrativo di storie omoerotiche, è molto popolare tra le giovani donne. I lettori possono scegliere tra oltre duecento generi consolidati come xianxia, un mondo fantastico di dei e di atleti marziali.
La società principe dietro questo reame virtuale è China Literature, uno spin-off di Tencent, il gigante dei giochi e dei social media cinesi. L’8 novembre 2017 China Literature, nata appena quattro anni fa, si è quotata alla borsa di Hong-Kong, raccogliendo oltre un miliardo di dollari. L’offerta è stata un enorme successo; al termine del primo giorni di trattazioni, China Literature ha raggiunto la capitalizzazione di mercato di 12 miliardi di dollari, circa 2700 volte i guadagni pari a 4,5 milioni di dollari nel 2016 (nel 2015 era ancora in perdita).
Gli investitori sono stati attratti, in particolare, dal legame di China Literature con Tencent che è divenuta la prima società asiatica a superare i 500 miliardi di dollari di capitalizzazione e possiede, anche dopo la OPA, il 50% di China Literature. Gli investitori al dettaglio — particolarmente quelli che hanno perduto la quotazione di Tencent del 2004 — si attendono che China Literature sia la prossima Tencent. Nella misura in cui quest’ultima estende la propria attività al cinema, alla televisione, la libreria di contenuti China Literature offre un enorme serbatoio di proprietà intellettuale. Non a caso gli analisti hanno soprannominato China Literature “Il figlio naturale di Tencent”.
La lettura online dai numeri cinesi
Il mercato del libro in Cina (fiction e nonfiction) è il più grande nel mondo per numero di nuovi titoli pubblicati. Del totale delle novità di fiction, le narrazioni online, che sono lette in maggior parte sugli smartphone, valgono l’11%. Si stima, inoltre, che nei prossimi tre anni questa quota raddoppierà. Per catturare nuovi appassionati di lettura, Tencent combina la sua grande capacità di raggiungere l’utenza — oltre 950milioni di utenti mensili solo su WeChat, la sua applicazione di messagistica istantanea — con un un grande numero di algoritmi che spingono l’utenza verso contenuti narrativi. La predominanza di China Literature ha contribuito ad attrarre sulla sua piattaforma 6 milioni di autori che costituiscono l’88% di tutti coloro che scrivono libri online secondo uno studio della società di consulenza Frost & Sullivan. Sei dei dieci maggiori autori bestseller sono scrittori di letteratura online.
Molti di questi autori scrivono per passione, sebbene due su cinque dichiarino di farlo a tempo pieno. L’età media è 28 anni. I titoli pubblicati su China Literature sfiorano i 10 milioni e abbracciano molti generi, dal fantasy alla fantascienza, dal mystery al romanzo rosa. Sono 200 milioni i lettori che mensilmente accedono al sito web o all’applicazione per mobile. Si tratta delle metà dei lettori attivi in Cina sulle piattaforme online di lettura. Alibaba Literature e Baidu Literature, possedute dagli altri due giganti del web cinese, vengono a grandissima distanza con il 5% dei contenuti originali prodotti per l’online. China Literature ha invece una quota del 72%
La monetizzazione del contenuto
La quasi totalità dei ricavi di China Literature viene da una piccola tariffa applicata a certi libri una volta che la lettura oltrepassa i capitoli campione accessibili gratuitamente (i proventi sono condivisi con gli autori). Molti di questi libri sono serializzati. I lettori possono pagare a consumo, ogni 1000 caratteri cinesi, o sottoscrivere un abbonamento mensile di 18 yuan ($2.70). Fino ad adesso solo il 5% dei suoi clienti sono clienti paganti. Ma Morgan Stanley prevede che la quota salirà all’8% nei prossimi due anni. Con il salire del reddito, i giovani cinesi spendono sempre più soldi in intrattenimento di qualità.
C’è un grande spazio per crescere. Per esempio Xu dice che sta spendendo meno in libri online che in videogiochi per smartphone. La diffusione dei pagamenti da mobile, compreso WeChatPay che è proprietà di Tencent, hanno reso il pagamento un gioco da ragazzi. La restante parte dei ricavi deriva dal possesso dei diritti sulle storie che possono essere adattate per il cinema, la televisione, i giochi attraverso dei contratti di licenza ad altri produttori. Gli investitori si aspettano che questo flusso di ricavi cresca rapidamente, dice Nelson Cheung di Formula Growth, una società di investimento canadese, che possiede un pacchetto azionario di China Literature.
La Marvel Cinese?
Wu Wenhui, uno dei boss di China Literature, dice che la sua aspirazione è quella di divenire la versione cinese di Marvel Comics, lo studio che ha creato Spider-Man e X-Men. Tencent è l’incubatore perfetto per questo tipo di ambizioni, dice Wang Chen di TF Securities, un’agenzia di brokeraggio. China Literature, infatti, sta già co-operando con Tencent Penguin Pictures, il nuovo braccio per la produzione di film, e Tencent Games, la più grande società di videogiochi del mondo. Nel 2016 15 delle 20 serie più popolari tratte da libri sono state prese in licenza da China Literature. Le sorprese sono, però, possibili. La tutela del copyright in Cina è debole. La stessa China Literature ha riferito che i contenuti piratati hanno provocato una perdita di ricavi di 11 miliardi di yuan nel 2016.
Una regolamentazione più severa o nuove direttive per la censura potrebbero portare a uno sconvolgimento degli assetti attuali. I manoscritti sono rivisti, prima della pubblicazione, dagli editor di China Literature con la consapevolezza del valore della relativa libertà creativa che lo spazio digitale permette. La sua stessa storia ne è la prova.