Mirco Cattai, antiquario riservato e dallo stile elegante ma soprattutto un uomo con una grande passione, quella per Mohtashem – sinonimo del famoso Maestro annotatore persiano Mohtashem della seconda metà del XIX secolo – ed è con questo nome che apre nel 1993 la prima galleria a Milano, nella centralissima via Manzoni e propio accanto al Teatro Manzoni.
Quando nasce la sua passione per il tappeto antico?
Risale a molto tempo fa, forse è una passione che non è nata per caso, o forse è stato proprio il caso che mi innamorassi dei tappeti e arazzi antichi. Con il tempo mi sono specializzato ulteriormente e partecipato alle più importanti Mostre di antiquariato dagli Antiquari Milanesi, Internazionale di Milano fino alla Biennale dell’Antiquariato di Firenze. Ho sempre seguito il mercato dell’arte e per molti anni anche Mostre di livello internazionale come Biennale di Parigi e Tefaf dove ho imparato molto. La Galleria oggi che porta il mio nome, in via Manzoni 12 è specializzata in tappeti antichi provenienti dall’area Persiana, Caucasica, Cinese e soprattutto Anatolica finì a esemplari del XVI secolo come Ushak Tintoretto, Ushal Lotto e a Medaglione. Ogni anno nella mia Galleria preparo una Mostra a tema durante il mese di dicembre e una Mostra in primavera a giugno sull’Arte Asiatica, la Mostra di quest’anno si chiama “XX secoli di sculture”. La Galleria vuole essere un luogo di incontro di collezionisti ed appassionati, spesso acquisto oggetti o dipinti, come ad esempio ora si può trovare una rarissima coppia di poltroncine veneziane laccate colore” aragosta “ del ‘700, che ho acquistato dal Minnesota Historical Society provenienti dalla Mary Griss Burke Collection, oppure come qualche bellissima veduta di Venezia del 700; questo deriva dalla mia grande passione dell’arte. Ho sempre prediletto il tappeto, mi affascina la storia, la cultura che c’è dietro, soprattutto la produzione di villaggio, come anatolici e caucasici, dove un nomade si esprime in maniera straordinaria interpretando disegni e simboli della propria area, senza nemmeno saper leggere e scrivere, crea dei veri capolavori d’arte, poi verso la fine dell’800 finisce tutto quando arrivano le committenze Europee e trasformano questi capolavori in artigianato ripetitivo.
Qual’è il significato dei tappeti in antico, perché venivano ricercati e ambiti per le corti di famiglie nobili e potenti?
Il tappeto da quasi cinquecento anni arricchisce le case più belle e raffinate, è un manufatto che ci trasmette calore e cultura, i primi manufatti che arrivavano attraverso Venezia che era la Porta d’Oriente venivano acquistati da Chiesa e Nobili, spesso venivano inseriti anche nei dipinti dei ritratti di personaggi famosi tant’è che hanno preso il nome da Pittori illustri, Tintoretto, Lotto, Holbein e Ghirlandaio.
L’importanza di avere un tappeto o un arazzo oggi sembra non essere più necessariaper l’arredo, come sono cambiati i gusti?
Il mercato è cambiato, le case sono meno cariche più razionali, sono spariti tutti quei tavolini con gli argenti che contornavano i salotti, tutti i mobili antichi in legno e tutti quei tappeti che riempivano ogni cm del pavimento, noi italiani eravamo un po’ troppo carichi, ma è stata fatta una grande selezione, i clienti preferiscono pochi pezzi ma più belli e raffinati, in realtà il mio lavoro non ha risentito della grande crisi che ci ha coinvolto, tratto tappeti unici e molto rari, c’è più’ richiesta che offerta, sono costretto a viaggiare in tutto il mondo per cercarli, ora faccio anche un solo viaggio negli USA per un tappeto mentre prima della crisi con un viaggio così impegnativo ne importavo una ventina per viaggio.
Chi sono oggi i nuovi collezionisti, cosa prediligono?
Nel mondo del tappeto i collezionisti sono persone che hanno una grande passione per il tappeto, sono molto informati ed esperti, sanno perfettamente quello che vogliono, sto a me trovare i pezzi giusti, ho imparato molto dai clienti. La maggior parte sono “over” ma per fortuna continuano la loro ricerca, fortunatamente ho creato qualche collezione importante anche a clienti più giovani che hanno saputo seguirmi ed oggi si trovano una collezione importante. Altri clienti vengono consigliato da arredatori ed architetti, in una casa ad alto livello non si può tralasciare il tappeto, questa tipologia di cliente a volte prende passione e poi pian piano acquista e migliora nel tempo. Difficilmente chi a acquista un tappeto si ferma al primo, di solito vanno avanti e ne inseriscono altri.
La sua galleria tratta anche altri oggetti, in particolare modo arredi antichi e oggettiva cui una serie di sculture dell’Asia? Una nuova moda?
Tratto scultura Asiatica da circa dieci anni, piace molto e arreda le case, tratto terre-cotte che vanno dalla dinastia Han 200 a.c. a quelle della dinastiaTang VI-X secolo d.c., in questo momentio sto facendo una Mostra XX SECOLI DI SCULTURA, 16 maggio – 16 giugno 208. La Mostra presenta una collezione di sculture orientali in pietra e stucco, argilla, legno, bronzo con particolari riferimenti al dinamismo delle sculture in terracotta della dinastia Tang, senza però tralasciare la sensualità delle divinità indiane e la serenità ieratica dei Buddha e dei Bodihisattva della dinastia Ming. Inoltre abbiamo presentato alcune porcellane della dinastia Quing, come in particolare le statuette blanc de Chine che per secoli hanno suscitato grande ammirazione in Europa.
Non ha pensato di trasferirsi all’estero, come hanno già fatto molti suoi colleghi antiquari?
Ci sono stati molti miei colleghi che durante l’apice della crisi si sono spostati all’estero come Svizzera e Inghilterra, io ho preferito rimanere in Italia, dove ho seminato per molti anni con perseveranza e serietà, con un notevole numero di clienti che mi seguono, questo mi da molta sicurezza e mi permette di continuare a vivere in un paese straordinario ineguagliabile, mi sarei sentito di tradire la loro fiducia, anche se mi approccio sempre nel mercato estero attraverso le grandi Mostre e anche dalla mia Galleria visto che oggi Milano ha un pubblico straniero di altissimo livello, proveniente dalla notorietà ricevuta dalla Moda e anche grazie all Expo.
Perché un giovane collezionista dovrebbe avvicinarsi alla preziosa arte dell”intreccio”?
Il tappeto rappresenta un’ arte piu’ internazionale rispetto ai mobili antichi veneti o lombardi oppure rispetto ai dipinti dell’800 italiani che sono seguiti dalla territorialità dell’artista o del paesaggio rappresentato, il tappeto è il vero cittadino del mondo, piace a Milano, New York, Londra e Singapore.
Mi è capitato anche di vendere tappeti ad artisti contemporanei di di successo con fama internazionale, hanno voluto arredare le proprie case inserendo uno o piu’ tappeti, come elemento decorativo ma anche perché molti di loro si sono ispirati a totem o simbologie presenti nei tappeti, basti pensare a Paul Klee, Mark Rothko Frank Stella e anche Boetti o Dorazio e Capogrossi, come ben spiegato nel libro: Die Teppichkunst des oriente und modern di Ostler Geisselmann. Questo aiuta a capire perché oggi capita di inserire alcuni tappeti, come preghiere antiche ottomane, vicino a opere d’arte moderne, oppure un grande tappeto con poche disegni al centro di un Loft.