Tesla corre e scommette con forza sull’auto elettrica, ma a correre ancor di più, negli ultimi dodici mesi, sono state le perdite finanziarie.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, da novembre 2016 ad oggi il colosso di Elon Musk avrebbe bruciato addirittura 8000 dollari al minuto, ben 480 mila dollari all’ora. Secondo l’agenzia statunitense, Tesla esaurirebbe la sua liquidità attuale il prossimo 6 agosto, nel caso in cui mantenesse questo ritmo di perdite.
Nelle ultime settimane Elon Musk ha annunciato al mondo il primo camion elettrico della storia (Tesla Semi) e la nuova Roadster, una sportiva elettrica che tocca livelli di velocità mai visti prima per una macchina di questa categoria. Al momento, le mosse della casa americana non sembrano portare i risultati sperati.
Tesla ha comunque assicurato che l’accelerazione della produzione della Model 3, la berlina elettrica che costerà 35 mila di dollari, porterà ad un miglioramento della situazione. Il nuovo modello di Tesla entrerà di prepotenza nel segmento delle auto di lusso, già occupato da vetture importanti come la Audi A4, la Serie 3 della BMW.
Gli investitori, dal canto loro, non sembrano preoccuparsi: la capitalizzazione di Borsa della casa americana è attualmente pari a 53 miliardi di dollari. Tanto per fare un paragone, quella di Ford si attesta sui 48 miliardi.
A margine della presentazione dei due nuovi modelli, Tesla ha annunciato l’introduzione di una nuova strategia: sarà richiesto il pagamento contestuale agli ordini, anche se si tratta di vetture la cui consegna potrebbe essere perfezionata a lungo termine.
Un esempio? Coloro che vorranno acquistare una Roadster, il cui debutto è previsto per il 2020, dovranno anticipatamente versare 250.000 dollari necessari. Moltiplicando per i 1.000 ordini già ricevuti, si tocca quota 250 milioni. Cifra, questa, che non basterà certo a tamponare le cospicue perdite di Tesla, che, per la Model 3, sta bruciando un miliardo di dollari a trimestre.
Stando a quanto dichiarato da Tesla, la casa americana vanta fondi sufficienti per raggiungere il target di 5.000 unità di Model 3 prodotte entro il marzo del 2018. Tra le possiblità per rimpinguare la liquidità il ricorso alle obbligazioni o la cessione di quote societarie. Elon Musk, il CEO e fondatore di Tesla, è al momento in possesso del 20% delle azioni.