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Parte il Fondo per l’efficienza energetica

I 70 milioni di euro all’anno previsti, sono stati sbloccati – Per i prossimi tre anni saranno utilizzati per finanziamenti a tasso agevolato e garanzie sui progetti locali di efficienza energetica.

Parte il Fondo per l’efficienza energetica

Per il fondo statale di efficienza energetica, è la volta buona. I 70 milioni di euro all’anno previsti, sono stati sbloccati. Per i prossimi tre anni saranno utilizzati per finanziamenti a tasso agevolato e garanzie sui progetti locali di efficienza energetica. Il via libera è arrivato dalla Conferenza Unificata Stato Regioni, sebbene con notevole ritardo. Sul tavolo c’era il decreto dei Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente che stabilisce, appunto, come utilizzare le risorse. Successo ottenuto, ma con qualche coda burocratica. Nei due ministeri devono rimettere mano a modifiche.

Il punto centrale, a lungo esaminato dagli Enti territoriali, riguarda le operazioni di efficientamento energetico a copertura massina dell’80% dei prestiti erogati dalle banche. Il meccanismo è previsto da un decreto legislativo del 2014. E nell’ottica del miglioramento delle performance degli enti locali, lo Stato si è fatto carico di assistere le buone pratiche. Fino al 2020, le risorse su cui contare sono certe. Non per questo, però, i progetti fileranno via rapidi. Bisognerà valutarne la concreta efficacia, soprattutto se riferiti alle linee guida della nova strategia energetica nazionale. Superati, quindi, i tre anni di ritardo dal 2014, si attendono solo le ultime correzioni al testo.

Che la discussione in Conferenza Unificata sia stata molto specifica, lo si capisce anche dal limite dell’indebitamento. Le banche concedono prestiti, ma la cautela dello Stato, ovvero del Fondo, nel garantirli è ritenuta limitante. È stato chiesto di rivedere le soglie massime di esposizione sul presupposto che nelle realtà locali i progetti energetici possono avere più contesti. Una prova è il forte richiamo all’impegno di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto – del bacino padano – con l’ opportunità di sostenere finanziariamente anche i progetti riguardanti impianti a biomasse.

Sono le Regioni dove la qualità dell’aria è tra le peggiori d’Europa impegnate sui Piani aria integrati regionali. Nelle loro attività, la fiducia degli istituti di credito è di importanza strategia. Per questo si aspettano garanzie più elevate. Ancora di più, possiamo dire, se si condividono le stime dell’’Energy Strategy del Politecnico di Milano, secondo cui il Fondo, entro il 2030, contribuirà a raggiungere il 30% gli obiettivi della Strategia energetica nazionale.

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