Il gruppo tedesco Bayer ha annunciato di aver siglato un accordo con Basf per cedere le attività agrochimiche per 5,9 miliardi d’euro, per facilitare la prevista acquisizione e fusione con l’americana Monsanto finita nel mirino dell’Antitrust Ue. La transazione riguarda colture selezionate di colza e di soia, come pure i pesticidi che, nel 2016, hanno generato un giro d’affari di 1,3 miliardi di euro.
La transazione è soggetta alle necessarie approvazioni e alla finalizzazione dell’acquisizione di Monsanto, spiega una nota dell’azienda.
Per andare a nozze con Monsanto, quindi, Bayer mette sul piatto le attività agrochimiche per quasi 6 miliardi e si rende disponibile a consentire il passaggio sul mercato delle sementi al rivale Basf. “Abbiamo un approccio proattivo per affrontare eventuali problemi al fine di agevolare la conclusione della transazione con la Monsanto”, ha spiegato il capo della Bayer, Werner Baumann, secondo una nota.
L’Antitrust europea si è riservata di prendere una decisione entro l’8 gennaio 2018 procedendo con un'”inchiesta approfondita'” per ravvisare eventuali limiti alla concorrenza nei settori dei fitofarmaci e delle sementi. In risposta a questi timori e con la speranza di chiudere la fusione “entro l’inizio del 2018” Bayer ha deciso di vendere alcuni gioielli di famiglia al rivale Basf.
A livello economico i proventi della vendita consentiranno a Bayer di rifinanziare solo una piccola porzione dell’esborso di 56 miliardi per Monsanto. Se l’operazione andrà a buon fine Bayer consegnerà a Basf la proprietà intellettuale dei prodotti e siti in suo possesso tra cui 5 impianti di produzione o di preparazione e 10 centri ricerca e sviluppo. Coinvolti più di 1.800 dipendenti occupati principalmente negli Stati Uniti, in Germania, in Brasile, in Canada e in Belgio.
Meno di un mese fa Bayer Crop Science aveva confermato per quest’anno investimenti in ricerca e sviluppo in agricoltura per circa 1 miliardo di euro annunciando che entro il 2020 l’immissione sui mercati di 15 nuovi prodotti.