Una domanda chiara, in netto contrasto con la volontaria ambiguità con la quale il Presidente catalano, Carles Puigdemont, ha proclamato ieri (o forse no?) l’indipendenza della Regione autonoma dalla Spagna: Puigdemont faccia chiarezza sulla conferma della dichiarazione d’indipendenza e sulla sua entrata in vigore”
Dalla risposta dipenderanno le sorti della Catalogna e del Paese intero. Dopo l’annuncio fatto stamattina nel corso della conferenza stampa tenutasi al termine del consiglio dei ministri, il Premier Mariano Rajoy conferma davanti al congresso di Madrid le intenzioni rese note poche ore prima davanti ai giornalisti: la domanda posta a Puigdemont rappresenta un primo passo verso l’avvio dell’ormai famigerato articolo 155 della Costituzione che sospenderà de facto l’autonomia della Catalogna. “Il Cdm si è accordato stamattina per chiedere conferma alla Catalogna sulla dichiarazione di indipendenza”.
“Quello che stiamo vivendo – ha continuato il Primo Ministro iberico – non ha nulla a che vedere con le differenze politiche che viviamo quotidianamente nella gestione di un paese democratico e di una società civile. Stiamo parlando di un attacco senza precedenti alle basi sopra cui si fonda una società democratica”.
“Il Governo della Catalogna ha usato la sua posizione istituzionale per compiere un attacco sleale e molto pericoloso contro le istituzioni, contro la convivenza tra i cittadini”.
Rajoy ha nuovamente ribadito l’illegalità del referendum del 1°ottobre, attaccando frontalmente i dirigenti regionali che “hanno messo i catalani gli uni contro gli altri”. Il Premier ha elencato nel dettaglio tutte le irregolarità compiute nell’ambito della consultazione referendaria, un elenco lungo di violazioni che, già da sole, basterebbero ad invalidare il voto in qualsiasi Paese democratico.
Lo que no es legal no es democrático.El referéndum fue un episodio para imponer la independencia que pocos quieren y a nadie conviene #11Oct pic.twitter.com/DSnSyUDzST
— Mariano Rajoy Brey (@marianorajoy) 11 ottobre 2017
Da oggi scatta il conto alla rovescia: entro 5 giorni Carles Puigdemont dovrà dare una risposta certa sulla dichiarazione di indipendenza. In caso di conferma, il Governo attiverà ufficialmente l’articolo 155 entro pochi giorni, previa approvazione del Senato dove però il Partido Popular di Rajoy può contare sulla maggioranza assoluta.
“Il futuro e il ritorno alla normalità istituzionale, come tutto il mondo ci sta chiedendo, è nelle mani di Carlos Puidgemont”, ha dichiarato Rajoy, che ha aggiunto: “Da parte mia sono stato sempre aperto al dialogo e ho sempre mostrato disposizione a capirci. Se avessero voluto collaborare non avrebbero dovuto convocare le elezioni nel 2012 ed il referendum”.
Dopo la durezza però arriva l’apertura: se i leader catalani rinunceranno alla secessione e torneranno entro i limiti della legalità il dialogo potrà riaprirsi, dando il via a un rapporto costruttivo che nel prossimo futuro potrà portare anche ad una modifica della Costituzione (necessaria perché la Catalogna ottenga quell’autonomia fiscale e finanziaria che richiede da decenni). “In una situazione come questa si può senza dubbio dialogare, si può migliorare il meccanismo di convivenza, ma non quello delle istituzioni esistenti. Si può anche impostare una riforma della Costituzione, però solo seguendo ciò che prevede la legge.
Da sottolineare che due ore prima dell’inizio del discorso del Premier davanti alle Cortés, il leader del partito socialista, Pedro Sanchez ha rivelato di “aver raggiunto un accordo con il premier Mariano Rajoy per avviare una riforma della Costituzione che ridefinisca fra l’altro lo statuto della Catalogna”. Il segretario del Psoe ha aggiunto che sarà creata una commissione ad hoc che lavorerà per sei mesi. Le conclusioni dei tecnici saranno poi sottoposte al Parlamento.
Sulla questione è tornata oggi anche la Commissione europea. Il vicepresidente dell’esecutivo comunitario Valdis Dombrovkis ha affermato che Bruxelles “sostiene gli sforzi per superare le divisioni e la frammentazione e assicurare l’unità e il rispetto della Costituzione spagnola”. “Abbiamo fiducia nelle istituzioni spagnole, nel premier Rajoy con cui il presidente Juncker è in contatto costante e in tutte le forze politiche che stanno lavorando verso una soluzione nel quadro della costituzione spagnola”, ha concluso.
“Bisogna sottolineare la necessità di rispettare il quadro costituzionale e le leggi. E l’appello al dialogo per evitare escalation ingiustificate e pericolose deve svilupparsi nella cornice della costituzione spagnola e del rispetto dello stato di diritto spagnolo”. Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni in conferenza stampa con il collega albanese Edi Rama, commentando la situazione in Catalogna.