Musica e virtual street art per il battesimo del nuovo Centro Arti e Scienze Golinelli di Fondazione Golinelli. In occasione del lancio dello spazio progettato da Mario Cucinella Architects, *la cui apertura al pubblico è prevista per venerdì 13 ottobre alle 17* insieme alla mostra di arte e scienza “IMPREVEDIBILE, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà”, si terrà *mercoledì 11 ottobre alle 19.15* una performance all’aperto di note e luce nel piazzale accanto a Opificio Golinelli (via Paolo Nanni Costa, 14), proprio nel giorno del compleanno del fondatore e filantropo Marino Golinelli, 97 anni portati alla grandissima. L’evento inaugurale è progettato ad hoc per il nuovo Centro, metafora introduttiva al lavoro di scavo che caratterizzerà l’approccio al tema arte e scienza di Fondazione Golinelli. A cavallo tra musica e luce, la performance, inedita in Italia, è una narrazione concettuale della simbolica alleanza tra arti e scienze, specchio del pensiero che sostiene le progettualità future della Fondazione.
Al centro dell’appuntamento, le creazioni visive dello street artist bolognese *Rusty* che “dipingerà” la parete esterna del Centro Arti e Scienze Golinelli in dialogo con la musica del maestro *Ezio Bosso* che suonerà all’interno di Opificio Golinelli, ma che il pubblico all’aperto potrà seguire in diretta su un grande schermo. Così, mentre la facciata del Centro si animerà con i colori virtuali di Rusty nello stesso tempo liturgico di 45 minuti si consumerà l’intervento musicale di Ezio Bosso,nel programma “Da Bach a Bosso”. Per l’occasione il maestro sarà qui accompagnato dalla STRADIVARI*festival *CHAMBER ORCHESTRA, alla sua seconda apparizione pubblica dopo il debutto al festival Stradivari di Cremona.
“Il filo conduttore dell’opera di Rusty – spiega Andrea Zanotti, presidente di Fondazione Golinelli – sarà rappresentato da quattro scene: un bimbo che assiste allo scoccare della scintilla della conoscenza, simboleggiata dallo sfioramento degli indici di Dio e di Adamo nella Cappella Sistina; le conseguenze rappresentate dalla tentazione della conoscenza che il serpente offre sotto forma di mela; la tecnica che da quella scienza germina e che porta allo sviluppo tecnologico; l’attuale crisi di senso che il divenire tecnologico sembra recare con sè e la speranza, infine, che il rapporto arte e scienza possa aiutare quel bimbo e le generazioni future a riconquistare un senso complessivo dell’avventura umana e del cosmo che la ospita. Un unico evento, pensato nella stessa unità di tempo, secondo una doppia scansione – chiude il presidente Zanotti – la cui chiave di lettura è l’immaterialità dell’arte che si nutre dello spazio aereo di quel che riguarda la musica e che si raccoglie nella luce, matrice di tutti i colori, per quel che riguarda l’arte visiva”.
Nato dall’incontro fra Luca Ciancabilla, storico dell’arte e ricercatore dell’Università di Bologna, e Filiberto Strazzari, creativo esperto di new media (agenzia D-sign), virtual street art è un progetto sperimentale che a Opificio Golinelli vede la sua prima applicazione. “L’idea – spiegano – è quella di dare vita a una performance in cui da un lato il mondo del graffitismo e della street art possano confrontarsi con le nuove tecnologie di realtà virtuale, dall’altro il mondo della realtà virtuale, che offre ad oggi esperienze personali “chiuse”, viene qui proposto come esperienza collettiva”.
Rusty, dopo aver indossato un visore, sarà catapultato in un ambiente virtuale che riproduce il Centro di fronte al pubblico. Nel mondo virtuale potrà camminare e dipingere usando la versione digitale dei consueti “ferri del mestiere”: stencil, bombolette e pennelli telescopici. Mentre l’artista dipinge sul modello in 3D, il suo operato viene proiettato in streaming, ennellata dopo pennellata, sul nuovo spazio della Fondazione grazie alla tecnologia del videomapping (a cura di due artisti della luce Martino Chiti e Nicola Buttari di Proforma). Il graffito virtuale viene quindi visto da tutti nel mondo reale. Non però secondo la consueta esperienza visiva, poiché le tempere, le vernici, i pigmenti saranno composti da luce pura.
“Da Bach a Bosso: una costante di tutta la mia esperienza musicale, il padre di ogni musicista che attraverso i secoli dialoga quotidianamente con tutti noi – scrive il maestro Ezio Bosso – fonte d’ispirazione continua per chiunque faccia musica, l’artista in cui vi è in nuce tutto il pensiero musicale, nonché primo compositore che chiarisce inequivocabilmente le relazioni strettissime tra musica e matematica, anch’essa a sua volta madre di ogni scienza, fondamento ineludibile dei progressi tecnologici contemporanei. Bach è da sempre pietra fondante del mio lavoro e questo happening sarà un nuovo capitolo di un lunghissimo dialogo che non finisce mai di riservare sorprese a me e al mio pubblico”.
La performance di Rusty è un gioco di luce che non lascerà traccia, a proiettore spento, se non in un hard disk. La tabula rasa lasciata dallo spegnersi dei riflettori sarà invece scritta e colorata dai dieci studenti di III media della scuola secondaria di primo grado Maestre Pie, chiamati a esprimere la loro immaginazione e creatività su arte e scienza, ai quali Fondazione Golinelli affida una speranza di futuro che è già loro.