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Il ’68 e l’Arte Ribelle, artisti e gruppi alle Gallerie Creval

Tra i protagonisti della mostra troviamo Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Fernando De Filippi, Nanni Balestrini, Age, Paolo Baratella, Gianfranco Baruchello, Fabio Mauri, Mario Ceroli, Emilio Isgrò, Pablo Echaurren, Mario Schifano, Ugo La Pietra, Umberto Mariani, Franco Vaccari, Gianni Pettena, Gianni Emilio Simonetti, Giangiacomo Spadari, Franco Mazzucchelli.

Il ’68 e l’Arte Ribelle, artisti e gruppi alle Gallerie Creval

A quasi cinquant’anni dalla data-simbolo del “Sessantotto”, una grande mostra si propone di indagare tutte quelle espressioni artistiche che in Italia si sono chiaramente ispirate alla protesta politica, alla speranza rivoluzionaria, alle spinte libertarie, e che si sono sviluppate a partire dal 1965, con le prime proteste per la guerra del Vietnam, per proseguire poi almeno sino alla metà degli anni settanta.

Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra, direttori artistici delle Gallerie del Credito Valtellinese, hanno accolto il progetto ideato da Marco Meneguzzo che, dietro al titolo emblematico di “Arte ribelle. 1968-1978 Artisti e gruppi dal Sessantotto”, ha inteso analizzare il tentativo di costruire un linguaggio artistico “politico” e “popolare” insieme. La mostra proposta presenta così un gruppo abbastanza ristretto di artisti, essenzialmente operanti tra Milano e Roma, mettendo a confronto linguaggi cosiddetti “alti” (pittura da un lato e arte “concettuale” e comportamentale dall’altro) e “bassi” (l’illustrazione di riviste e di fanzine, come “Re Nudo” e altre), che in quegli anni hanno cercato di costruire un vero e proprio linguaggio espressivo al contempo innovativo e accettato dalle grandi masse , dove il confronto tra arte e illustrazione, tra arte e ciò che un tempo si definiva “propaganda”, pur essendo entrambi schierati ideologicamente dalla stessa parte, costituisce uno dei motivi più interessanti.

“Se la Francia – affermano i due direttori – ha celebrato la sua “Figuration Narrative” con una mostra al Centre Pompidou (maggio 2008), ci pare opportuno che Milano – cuore della protesta studentesca e operaia italiana – faccia altrettanto con gli artisti e anche coi semplici illustratori, che furono testimoni attivi di quella stagione, e che costituirono un esempio importante, duraturo e linguisticamente non secondo a nessuno nell’Europa di quell’epoca”.

Di qui, appunto, il Progetto “Arte ribelle” che dall’11 ottobre, proprio a Milano, presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese di Corso Magenta, approderà in una grande e selezionatissima retrospettiva sui protagonisti, sul fronte dell’arte di quel momento storico e sociale. Il curatore ha selezionato per questa rassegna un’ottantina di opere – alcune di grande dimensione – e una nutrita serie di documenti illustrati, oltre alle testimonianze fotografiche, centrate non tanto sugli avvenimenti, ma sul costume dell’epoca.

Il catalogo che accompagna l’esposizione si pone come strumento fondamentale per la comprensione dell’arte e dell’immaginario figurativo del periodo: un approfondito saggio del curatore, una serie di interviste inedite ai protagonisti, saggi dedicati a singoli aspetti del periodo, – stilati da Alberto Saibene, Enrico Morteo, Francesca Caputo, Matteo Guarnaccia, un forte apparato iconografico farà di questo volume un punto di vista aggiornato sull’argomento.

La grande mostra milanese avrà una corrispondenza a Fano (non in perfetta sincronia temporale, ma certamente una coincidenza tematica) alla Galleria Carifano in Palazzo Corbelli, dove quell’importante progetto nazionale vivrà una declinazione monografica. Ad essere proposta alla Galleria Carifano è una originale indagine su Cesare Marraccini, “il profeta sorridente”, protagonista, nella sua veste di collezionista e amico di molti artisti, di quell’Italia dell’arte tra gli anni Sessanta e Ottanta che è oggetto della grande esposizione milanese.

Per la prima volta, 50 opere, il meglio della sua fondamentale collezione, viene proposto in una mostra. Ad essere “svelate” in Palazzo Corbelli sono opere di artisti come Paolo Baratella, Giuseppe Guerreschi, Sergio Sarri, Ercole Pignatelli, Luca Alinari, Titina Maselli, James McGarrell, Gerard Tisserand, Rod Dudley, Carlos Mensa, Sergio Fergola, Augusto Perez, Renzo Vespignani, Valeriano Trubbiani, Antonio Recalcati, Giacomo Spadari, Umberto Mariani, Guido Biasi, Sergio Vacchi.
A dimostrare come l’Arte Ribelle non sia stato un movimento circoscritto alle grandi città ma abbia affascinato anche la provincia, naturalmente la più vivace e curiosa.

Immagine di copertina: Ercole Pignatelli: Doppioni, 1966, olio su tela, 80 x90. Ph: Fabrizio Stipari

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