Il 17 settembre HOP, l’associazione francese contro l’obsolescenza programmata, in base ad una coraggiosa legge entrata in vigore due anni fa su questo argomento, ha portato in tribunale HP, Canon, Brother e soprattutto Epson con queste specifiche accuse: aver deliberatamente accorciato la durata di vita delle stampanti e delle cartucce. Come? Con un sistema che blocca la stampa perché sarebbero del tutto vuote le cartucce d’inchiostro.
Non è vero, perché se si guarda al loro interno ne rimane ancora (difficile la verifica, molto). E la stessa cosa accade sempre tramite blocchi appositamente messi in atto anche per il tamburo, per il toner che fornisce stampe pessime anche se non è affatto finito. E viene di conseguenza cambiato ben prima del necessario.
I risultati di queste operazioni di obsolescenza programmata? Che gli utenti stampano parecchie copie in meno di quelle che la macchina e i suoi componenti possono realmente stampare. Ci guadagnano le multinazionali e ci perdono i consumatori.
E se l’apparato di difesa delle potenti multinazionali mette avanti a tutto il concetto della soggettività del concetto di durata (molto dipende da come viene usata la stampante…eccetera eccetera), l’associazione HOP insieme ad altre associazioni di difesa dei consumatori francesi, europei, americani, asiatici, ha il dente avvelenato perché – dicono tutti – c’è di più oltre all’obsolescenza programmate: le cartucce e il tamburo hanno prezzi esageratamente elevati.
Spesso il tamburo costa più della stampante stessa. E questo riguarda tutte le marche, tutte nel senso di quelle poche rimaste. Prezzi di stampanti e ricambi sono molto simili, e questo sembrerebbe proprio assomigliare ad un oligopolio. Annotiamo che le stampanti, cioè l’hardware costa sempre meno, e che le prestazioni tendono a essere sempre meno soddisfacenti.
Ma i guadagni decisamente elevati (eufemismo) che provengono dalle vendite dei ricambi ricompensano questi prezzi apparentemente così poco redditizi in modo assai soddisfacente, ampio, remunerativo.
Un consiglio: fate come HOP ha fatto: rivolgetevi ad un bravo tecnico riparatore e fatevi spiegare bene i retroscena dell’obsolescenza programmata delle stampanti. Ne apre una, tira fuori quei quattro componenti che ci sono (pochi, da quattro soldi, di indefinibile qualità) e spiegherà “perché” gli utenti vengono costretti a sostituirli ben prima del tempo.
Fonte: “La casa di Paola“.
Non cambierà NULLA finchè ai costruttori non verrà VIETATO PER LEGGE l’inserimento nei componenti di consumo (cartucce, contenitori inchiostro esausto, ecc.) di sistemi di esclusione della concorrenza – cioè chip proprietari – e nei firmware le “liste nere” con cui escludere i ricambi di concorrenza.
Sono questi infatti i sistemi con cui questi lestofanti COSTRINGONO i consumatori a comprare o i consumabili originali a prezzi folli o a buttare le stampanti. HP e Epson sono le più perverse in questo senso.