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Spesometro 2017: proroga scadenza al 5 ottobre per guai tecnici

Dopo che il servizio online è andato in tilt, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato una quarta proroga della scadenza entro cui inviare i documenti fiscali – Le sanzioni potranno essere congelate fino al 13 ottobre, ma a discrezione degli uffici locali delle Entrate – Secondo i commercialisti queste contromisure non bastano

Spesometro 2017: proroga scadenza al 5 ottobre per guai tecnici

Non c’è pace per lo Spesometro 2017. Di proroga in proroga, la scadenza entro cui i titolari di partita Iva dovranno comunicare al Fisco le fatture emesse e ricevute nel primo semestre dell’anno è stata spostata dal 28 settembre al 5 ottobre. Calendario alla mano, la scadenza per lo spesometro 2017 è arrivata così alla quarta proroga. Il motivo dell’ultimo slittamento? Un pasticcio tecnico.

Per accedere online allo spesometro 2017 dal sito dell’Agenzia delle Entrate bisogna cercare il servizio “Fatture e Corrispettivi”, che negli ultimi giorni è andato in tilt. Dopo un periodo di caos l’Agenzia ha ripristinato il servizio, ma solo parzialmente, visto che diverse funzioni sono ancora fuori uso. Al momento, chi cerca di effettuare l’accesso si ritrova davanti questo messaggio:

Proprio a causa di questi problemi tecnici che hanno bloccato il sito, lunedì l’Agenzia delle Entrate ha varato la proroga della scadenza per lo spesometro 2017 dal 28 settembre al 5 ottobre.

Ma probabilmente non basterà. Considerata l’interruzione del servizio, Rete Imprese Italia aveva chiesto al Governo “una proroga di almeno 20 giorni” e la “non punibilità per errori od omissioni riguardanti i dati sia delle fatture che delle liquidazioni Iva effettuate entro il 31 dicembre 2017, qualora siano corretti entro il 31 gennaio 2018”.

Il Fisco ha ritenuto di essere meno magnanimo: “Gli uffici dell’Agenzia, ove riscontrino obiettive difficoltà per i contribuenti – si legge in una nota – valuteranno la possibilità di non applicare le sanzioni per meri errori materiali e/o nel caso in cui l’adempimento sia stato effettuato dopo il 5 ottobre, ma entro i 15 giorni dall’originaria scadenza”. Traduzione: le sanzioni potranno essere congelate fino al 13 ottobre, ma a discrezione degli uffici locali delle Entrate.

La soluzione non è piaciuta al Consiglio nazionale dei dottori commercialisti: “Pur apprezzando l’iniziativa del direttore Ruffini – spiega una nota – che, nei limiti dei suoi poteri, sta cercando di gestire scelte, problemi ed errori generati da altri, resta il fatto che questa nuova, ennesima proroga è, esattamente come le altre, assolutamente insufficiente. Chiediamo che sia ora il Governo a provvedere a una più efficace soluzione di questa situazione, con scelte più radicali, a partire dalla revisione dell’istituto”.

Quanto ai sindacati – Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec, Unico – in una lettera indirizzata al viceministro Luigi Casero e al direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, (e per conoscenza al presidente del Cndcec, Massimo Miani) avevano sollecitato, tra l’altro, “una riunione urgente del tavolo tecnico” per valutare la possibilità di considerare l’adempimento come “un invio sperimentale”. Prorogato quattro volte.

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