Vivendi ritiene “di non esercitare alcun controllo di fatto su Telecom Italia, ai sensi dell’articolo 93 della Legge consolidata delle Finanze e dell’articolo 2359 del Codice civile italiano, in quanto la sua partecipazione nel capitale della società non è sufficiente da permettergli di esercitare in modo stabile un’influenza dominante in occasione delle assemblea generali degli azionisti di Telecom Italia”. Lo ribadisce il gruppo francese nella nota sui conti semestrali.
“Tutti i dati empirici rivelano senza equivoci che Vivendi non è in posizione di controllo nelle assemblee”, aggiunge il gruppo francese. Vivendi, “principale azionista” dell’operatore italiano, vuole “favorire una politica a lungo termine di sviluppo delle convergenze tra telecomunicazioni e contenuti”, precisa la nota.
“L’avvio dell’esercizio da parte di Vivendi delle attività di controllo e coordinamento” di Telecom Italia è stato registrato dal Cda “sulla base di elementi fattuali e specifici menzionati nel comunicato stampa del 4 agosto”, indica inoltre il gruppo francese.
Quanto all’esistenza di una posizione di controllo legata ai principi contabili internazionali sui conti consolidati, Vivendi “conferma che non ha il potere di dirigere le politiche finanziari ed operative di Telecom Italia, ai sensi delle norme Ifrs 10”.