Ritenere che il Qe non sia uno strumento utile “e’ ingiustificato”. Il presidente della Bce, Mario Draghi in un discorso al Lindau Nobel Laureate Meeting, difende le politiche di Quantitative easing. “La ricerca economica si e’ evoluta nel pensiero su come le banche centrali dovrebbero rispondere ad una crisi emergente, in particolare quando i loro strumenti standard di politica monetaria, vale a dire i tassi di interesse a breve termine, raggiungono il margine piu’ basso. Si puo’ intervenire attraverso una ulteriore riduzione dei tassi di interesse a breve termine e la politica diventa non piu’ standard. Un’opzione e’ fare affidamento su una guidance prospettica, vale a dire promettersi di mantenere bassi i tassi di interesse in futuro”, premette Draghi.
Ma, prosegue, “la ricerca recente ha evidenziato che la sua efficacia puo’ essere migliorata se combinata con altre poli tiche monetarie non standard. La ricerca nel mondo accademico e nelle banche centrali ha, pertanto, riesaminato strumenti alternativi di politica monetaria, incluse le cosiddette politiche di quantitative easing (Qe). E qui i modelli sviluppati di recente sono stati utili. Studi precedenti basati sull’assunzione di mercati finanziari senza attrito avevano concluso che il Qe e’ completamente inefficace. Ma il focus sugli attriti finanziari ha chiarito che questa conclusione e’ ingiustificata, una volta riconosciuto che gli intermediari finanziari sono soggetti a vincoli di leva finanziaria”.