Occorre risalire al 1998 ai tempi della trattativa con Gm per ritrovare il titolo Fiat su questi livelli di prezzo. Per carità, un qualsiasi paragone è semplicemente improponibile se si pensa alle trasformazioni subite dal vecchio Lingotto all’epoca dell’uscita di Cesare Romiti all’attuale gruppo italo americano. Ma l’euforia con cui i mercati hanno accolto la notizia di Automotive News sull’interesse della cinese Great Wall, dimostra che oggi come allora c’è la percezione che l’azienda sia alla vigilia di grosse novità. Difficile spiegare altrimenti sia il rialzo di ieri (+6,92% a 11,44 euro) che il rally degli ultimi mesi: nell’ultimo anno il valore di Fca è quasi raddoppiato.
Per ora, di certo c’è solo la volontà dell’azienda della “Grande Muraglia” di diventare il maggiore produttore mondiale di Suv” come ha confermato ieri il portavoce del gruppo spiegando che “acquisire Jeep, un marchio globale di Suv, ci consentirebbe di raggiungere prima e meglio il nostro obiettivo”. I termini dell’offerta, che Fca dice di non aver ancora ricevuto, restano vaghi ma l’interesse è chiaro: “Da sempre – ha detto il portavoce cinese al Financial Times – abbiamo Jeep nel mirino”. L’intenzione, insomma, c’è. Resta da verificare la cedibilità finanziaria del gruppo, assai più piccolo di Fca (fatturato 2016 di 14,76 miliardi di dollari contro i 131 di Fiat Chrysler), la disponibilità del venditore (Fiat Chrysler ha ribadito ieri di “essere impegnata nel perseguire il suo piano 2014-2018″) e, non ultimo, l’atteggiamento dell’amministrazione Trump di fronte alla cessione ad un gruppo cinese di un marchio-simbolo dell’auto Usa.
MORGAN STANLEY: LO SPEZZATINO VALE 14 EURO, JEEP 15
La sortita di Great Wall ha però sortito l’effetto di ridestare l’interesse del mercato per l’eventuale “spezzatino” di Fiat Chrysler così come l’aveva tracciato a fine luglio un report di Adam Jonas di Morgan Stanley dal titolo “Lezioni da Ferrari” in cui il il prezzo obiettivo di Fca, calcolato come somma delle parti, veniva innalzato a 14 euro, mentre il valore della Jeep da sola veniva valutata quasi 15 euro per azione. La possibilità di uno split non è solo teorica: lo stesso Sergio Marchionne, il 26 aprile scorso, durante la presentazione dei risultati, aveva risposto con un secco sì alla domanda se i marchi Jeep e Ram fossero abbastanza grandi da camminare da soli. E lo stesso vale per Maserati e di Alfa Romeo-Maserati. Il rialzo di questi giorni, innescato dall’interesse cinese, sta a confermare perciò il gradimento dei mercati per la ricetta dello spezzatino (Jeep ma non solo) una specialità dello chef Sergio Marchionne.
MARCIA INDIETRO DI TRUMP IN AFGHANISTAN, SALGONO LE MATERIE PRIME
Mercati fiacchi ieri in attesa delle indicazioni che dovrebbero arrivati dal simposio di Jackson Hole. Gli operatori stano cercando di capre gli orientamenti della Casa Bianca dopo l’uscita del “falco” Stephen Bannon. Il presidente Donald Trump, intanto, ha annunciato il cambio di rotta della politica Usa in Afghanistan: l’impegno militare è stato confermato, anzi “verranno impiegati gli uomini e i mezzi che il Pentagono riterrà necessari”.
Positive le Borse asiatiche sulla spinta dell’aumento dei prezzi delle materie prime. La domanda cinese ha spinto lo zinco ai massimi dal 2007, quotazioni record anche per rame e nickel. L’indice Asia Pacific sale dello 0,7%, in ripresa anche Seoul +0,4% nonostante le preoccupazioni per le eventuali reazioni di Pyongyang alle manovre militari Usa assieme a quelle della Corea del Sud. Shanghai sale dello 0,2%, Tokyo +0,1%. Si mette in luce la Borsa di Hong Kong con un guadagno dell’1%, sostenuto da attese positive sui profitti aziendali.
SPROFONDA FOOT LOCKER, IN CALO IL PETROLIO
Poco mossa Wall Street dopo le perdite della seduta di venerdì. Il calo degli energetici (-0,6%) ha vanificato il possibile rimbalzo: Dow Jones + 0,13%, S&P 500 +0,12%. Il Nasdaq ha lasciato sul terreno lo 0,05%. Il dollaro tratta stamane a 1,1807 sull’euro. Vista la frenata dell’inflazione e le incertezze politiche in Usa i mercati credono sempre meno alla possibilità di un nuovo aumento dei tassi entro il 2017.
Ancora forti vendite su Foot Locker. Ieri ha perso un altro 9%, dopo il -26% di venerdì. La catena di negozi di scarpe sportive ha diffuso i dati del trimestre: i ricavi sono stati pari a 1,7 miliardi di dollari, in calo del 4% anno su anno, contro una stima del consensus a 1,8 miliardi. Le vendite a parità di perimetro sono scese del 6%. In forte calo anche l’utile netto. Gli analisti hanno bocciato anche Nike – 2,4%, dopo i deludenti dati di vendita.
In forte calo il petrolio -2,4%. Stamane il Brent tratta a 51,83 dollari, Wti a 47.53. Ieri si è svolta da riunione tecnica dell’Opec per la gestione dei tagli alla produzione. “Il problema maggiore dell’Opec riguarda la gestione dell’aumento della produzione petrolifera dei Paesi membri”, ha dichiarato Tamas Varga, analista di Pvm.
COLPO GROSSO DI TOTAL: COMPRATA MARSK ENERGIA. GIU’ ENI E SAIPEM
Grandi movimenti ieri nel mercato europeo dell’energia. Total +0,4% ha annunciato l’acquisizione della danese Maerks Oil & Gas per un valore complessivo di 7,45 miliardi di dollari. La chiusura dell’operazione è attesa nel primo trimestre del 2018. Grazie a questa operazione il gruppo francese diventa il secondo produttore nel mare del Nord dietro Stato il: i 500 mila barili di produzione in più permetteranno al gruppo di arrivare ad una produzione di 3 milioni di barili al giorno.
Il gruppo petrolifero russo Rosneft ha finalizzato l’acquisto dell’indiana Essar Oil aprendosi nuovi mercati in Asia. La transazione valorizza circa 13 miliardi di dollari il gruppo indiano che possiede la raffineria di Vadinar, una delle più moderne al mondo e 3.500 stazioni di servizio in India. Eni è arretrata dello 0,7% portandosi a 13,15 euro. Gli analisti di Barclays hanno tagliato il giudizio sul titolo Eni da Neutral a Underperform con un target price mantenuto a 16 euro per azione.
Saipem -1,7%. Barclays ha tagliato il giudizio a Underweight da Equal Weight. Target ritoccato a 3,80 euro da 3,90 euro. Tenaris -0,7%. Saras chiude con un guadagno del 2,5% a 1,9210 euro. Ma tuttavia il titolo stenta a riprendersi dallo shock post-trimestrale, costato una perdita del 20% circa in meno di due settimane.
APERTURA IN RIALZO PER L’EUROPA. MILANO ANCORA AL TOP
Deboli i principali listini europei in vista della conferenza di Jackson Hole di venerdì. I future sulle Borse europee anticipano oggi un avvio in rialzo dello 0,3%. A Piazza Affari l’indice FtseMib chiude in rosso dello 0,3% a quota 21.753. La Borsa italiana è tornata però ad essere la migliore con un guadagno del 13% da inizio anno. La Borsa peggiore è Francoforte che arretra dello 0,9%, Parigi -0,9%, Madrid -0,3% e Londra lo 0,1%.
Nel suo rapporto mensile, la banca centrale tedesca spiega che, dopo un secondo trimestre 2017 in cui il Pil del Paese ha registrato la crescita annualizzata più consistente da oltre due anni (+2,1%), le forti vendite stanno spingendo ulteriormente verso l’alto l’utilizzo della capacità produttiva nel manifatturiero, alimentando nuovi investimenti da parte delle aziende.
BTP DI NUOVO SOPRA IL 2%, CORSA AI BOND DI ATENE
Hanno chiuso in calo i Btp dopo essere passati in territorio negativo nella seconda metà della seduta, in un mercato che resta anche oggi su livelli di scambio decisamente estivi. Nel pomeriggio, dopo l’apertura delle Borse Usa, è cresciuta l’avversione al rischio anche sul reddito fisso. Il tasso sul decennale italiano ha ritoccato quota 2%, livello che non viene bucato al ribasso da una decina di giorni, portandosi poi a un massimo intraday di 2,04%. Parallelamente lo spread è risalito dai 160 punti base della mattinata fino a quota 164.
E’ tornato l’interesse per i governativi ellenici. Fitch ha promosso?il rating?a ‘B-‘ da ‘CCC’ grazie?al ridotto rischio politico e alla sostenuta crescita del Pil. Fitch ha detto di aspettarsi che il debito del governo migliorerà saldamente, sostenuto dai benefici derivanti dal programma ESM. Rendimento a 2 anni sotto il 3% per la prima volta dal 2008. Decennale a 5,45%. Oggi il Tesoro spagnolo offre tra 2 e 3 miliardi di euro di titoli di Stato a 3 e a 9 mesi.
Rose Ouahba, responsabile fixed income di Carmignac suggerisce di sovrappesare i governativi della periferia d’Europa, Btp compresi. “Gli investitori – scrive – dovrebbero assumere posizioni lunghe sui titoli governativi di Italia, Portogallo e Grecia, apprezziamo in particolar modo il Btp con una cedola del 2,2% con scadenza nel 2027. Il Btp offre un buon rendimento, dato che la curva è abbastanza ripida per i titoli di stato italiani. Apprezziamo anche i titoli di Stato greci, che offrono una cedola al 4,75% con scadenza nel 2019. Se i bond greci fossero considerati idonei per il programma di Quantitative Easing della Bce, eventualità che farà registrare un calo dei rendimenti, avrebbero ancora possibilità di rally”.
A PIAZZA AFFARI BENE ATLANTIA, BRILLA MAIRE TECNIMONT
Poco da segnalare nel listino di Piazza Affari. L’effetto Fca si è trasmesso a Ferrari +0,57% e Exor +0,37%. Avanza anche Atlantia +0,7%: l’opa su Abertis sembra più vicina. Debole il comparto bancario: Intesa -0,7%. Banca Imi ha pagato 35 milioni di dollari alla Sec per chiudere un’indagine riguardante presunte violazioni delle legge riguardanti gli Adr. Unicredit -0,9%. In calo anche Ubi -2% e Banco Bpm -1,7%. Tra le medium cap brillante Maire Tecnimont +2,4%, sui massimi dal 2011. Il gruppo italiano presenterà un’offerta per la costruzione di un impianto a gas in Brasile, progetto da 1 miliardo di dollari.