Il sistema previdenziale italiano si compone di tre pilastri: il primo pilastro è costituito dalla previdenza obbligatoria, il secondo dalla previdenza complementare su base collettiva ed il terzo dalla previdenza complementare individuale.
La previdenza sociale obbligatoria
La previdenza obbligatoria, in Italia, è gestita essenzialmente dall’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) e si basa su un sistema a ripartizione: con i contributi versati dai lavoratori attivi si erogano le prestazioni pensionistiche dei lavoratori non più attivi. Se il numero dei pensionati supera quello dei componenti della Forza lavoro il sistema subisce scompensi. Fino al 1995 il calcolo delle prestazioni veniva eseguito con metodo retributivo: ci si basava cioè sulla media di retribuzioni e redditi percepiti negli ultimi anni di
lavoro moltiplicandola per gli anni di contribuzione e per una determinata aliquota. Nel 1995 si è passati al sistema contributivo: il calcolo delle prestazioni viene eseguito sulla base dei contributi effettivamente versati nell’arco della vita moltiplicato per un determinato coefficiente di trasformazione.
La previdenza complementare
La providenza complementare, ovvero integrativa rispetto a quella obbligatoria per legge, si attua per scelta libera e volontaria attraverso l Fondi pensione, organisnmi associativi costituiti come soggetti giuridici gestiti da compagnie di assicurazione, banche, SIM o SGR. L’aderente effettua versamenti liberi e volontari al Fondo scelto e la prestazione pensionistica consiste in una rendita vitalizia che va a sommatsì alla pensione pubblica. Anche il TFR di un lavoratore dipendente può essere fatto confluire direttamente nel Fondo pensione. Il diritto alla prestazione pensionistica si acquisisce dopo almeno 5 anni di adesione alla forma di previdenza complementare e solamente una volta maturati i requisiti richiesti per ottenere la pensione pubblica. Prima di tale termine è possibile ritirare solamente parte delle somme costituenti il Fondo pensione, in determinate situazioni e non prima di aver aderito alla forma pensionistica da almeno 5 anni.
FONDI PENSIONE CHIUSI (O NEGOZIALI) E FONDI PENSIONE APERTI
I fondi pensione chiusi sono riservati ad una platea di persone con caratteristiche omogenee: la stessa categoria lavorativa, la stessa azienda, la stessa appartenenza territoriale ecc. Sono definiti anche fondi negoziali perché prendono campo da atti di negoziazione fra le parti sociali, come contratti e accordi collettivi o sindacali, regolamenti di enti o aziende, accordi regionali, accordi fra liberi professionisti ecc. I Fondi pensione chiusi possono essere solamente ad adesione collettiva, ciò significa che si aderisce per libera scelta individuale ma in quanto facenti parte di una collettività definita. I Fondi negoziali sono istituiti dalle parti sociali ma la gestione è affidata ad un investitore professionale esterno come una banca o compagnia di assicurazione., I fondi pensione aperti sono invece destinati ad una platea indefinita di soggetti: tutti possono aderire e l’adesione puo essere sia individuale che collettiva. Vi è identità tra soggetto istitutore e soggetto gestore, che può essere una banca, una compagnia di assicurazione, una SIM, una SCR. L’autorità di
vigilauza sui Fondi pensione è la COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione).
PIP, PIANI INDIVIDUALI PREVIDENZIALI (o FIP, FORME PENSIONISTICHE INDIVIDUALI)
I PIP, o Piani Individuali Previdenziali, sono Stati introdotti dal decreto del 18 Febbraio 2000 numero 47 e sono in vigore dal 1° gennaio 2001. Sono delle particolari polizze vita, istituibili e gestibili solo da compagnie di assicurazione e possono essere solamente ad adesione singola. Le prestazioni ottenibili con un PIP sono le medesime ottenibili da un Fondo pensione, cambia pero la modalità di gestione delle risorse.
I PIP possono essere di tipo rivalutahiie o Unit Linked. Nei PIP di tipo rivalutabile è garantito il rimborso del capitale e talvolta un rendimento minimo. Le somme che vi sono destinate confluiscono, come per le polizze vita, nella gestione separata delle compagnie e godono di un regime ridotto di sequestrabilità e pignorabilità. Le somme destinate ai PIP di tipo Unit Linked, invece, sono investite in Fondi interni alla compagnia o in un Fondo comune di investimento. Non è garantito un rendimento minimo ed è possibile scegliere fra varie linee di gestione a seconda della propria propensione al rischio.