La sindrome Corea è destinata a segnare la congiuntura dei mercati almeno fino a Ferragosto, termine ultimo del temuto attacco minacciato da Kim all’isola di Guam. I listini ne hanno preso atto accelerando la marcia, pur controllata, verso i beni rifugio. Di conseguenza scendono le Borse. A Milano l’indice Ftse Mib arretra dell’1,4% circa attorno a quota 21.300 punti. In rosso le altre Borse: Parigi -1,23%, ribassi simili per Londra e Madrid. Francoforte limita i danni allo 0,6%.
Sul fronte dei cambi, la moneta unica recupera qualche punto sul dollaro rispetto alla chiusura della vigilia e passa di mano a 1,1751 dollari, mantenendosi debole verso lo yen a 128,105. La divisa giapponese è considerata più difensiva in questa fase di incertezza del mercato e il biglietto verde vale 109,003 yen. Gli analisti di Morgan Stanley hanno alzato le stime sull’euro, prevedendo un apprezzamento della divisa unica a 1,25 sul dollaro nel primo trimestre del prossimo anno oltre al raggiungimento della parità con la sterlina per la prima volta.
Riparte la corsa ai beni rifugio come l’oro, in rialzo dello 0,2% a 1.288 dollari/oncia. Un invito a comprare oro, come forma di protezione, è arrivato stanotte da Ray Dalio, uno dei più importanti investitori di Wall Street. Il presidente del fondo Bridgewater, il più grande del mondo, avverte che i rischi del mercato sono in forte aumento, anche al netto della crisi coreana.
Sale anche la domanda di bond: il rendimento del Bund a 10 anni scende a 0,38%, minimo da fine giugno. Btp a 2,04%, lo spread si allarga a 168 punti base. In settimana il differenziale è arrivato a un minimo di 152 punti base.
Secondo i dati definitivi di Istat, a luglio l’indice Nic dei prezzi al consumo ha registrato una variazione di +0,1% su mese e dell’1,1% su anno. L’aumento dei prezzi acquisito nel 2017 è dell’1,2%.
Scende invece il petrolio. Il Brent arretra dello 0,6% a 51,5 dollari al barile (ieri ha perso l’1,5%). A Milano Eni -0,8%, Saipem -1,6%, Tenaris -1,8%.
Tra le blue chip di Piazza Affari la più bersagliata dalle vendite è Stm (-4%), che subisce gli effetti della caduta di ieri sera del comparto tech a Wall Street.
Perdite diffuse anche tra gli industriali. Scende Leonardo (-1,5%) nonostante nuovi ordini in Brasile per gli elicotteri leggeri: grazie alle prossime consegne l’ex Finmeccanica conferma la sua leadership sul mercato mondiale degli elicotteri vip bimotore con una quota del 50 %. Giù Fiat Chrysler (-1,3%) e Cnh Industrial (-2,8%). Male anche Ferrari: -3,2%.
Telecom Italia segna un calo dell’1%. La Consob ha chiesto ai membri del collegio sindacale dettagli sul ruolo esercitato da Vivendi nel gruppo. Telecom Italia ha tempo fino al 23 agosto per integrare il documento già fornito al governo in cui, sulla base del parere dei giuristi Sabino Cassese e Andrea Zoppini, nega che Vivendi abbia il controllo di fatto e in cui respinge l’ipotesi che il governo possa appellarsi al “golden power”. Allo stesso tempo i cinque membri del consiglio di amministrazione di Telecom Italia eletti da fondi avrebbero chiesto di inserire nell’ordine del giorno della prossima riunione (ai primi di settembre) una discussione sulla governance della società.
Mediaset -1,1%. Il ribasso domina anche tra i finanziari. Intesa arretra dell’1,5%, Unicredit -1,3%, Banco Bpm -2%. Marcia indietro di Generali (-2,2%) e Unipol (-2,4%).