Vivendi si difende e mette in campo due celebrità del diritto come Sabino Cassese (già consigliere della Corte Costituzionale) e Andrea Zoppini (ordinario a Roma Tre) per sostenere le sue ragioni contro la minaccia del Governo di usare la golden power, cioè i diritti speciali di veto sulle scelte strategiche, su Tim (il nuovo nome di Telecom Italia).
In un parere pro-veritate, elaborato per Tim, Cassese e Zoppini sostengono che non ci sono i presupposti perché il Governo ricorra alla golden power in quanto nella compagnia telefonica non c’è stato cambio di proprietà e l’annuncio di Vivendi di esercitare funzioni di direzione in Tim è da considerarsi solo un atto di governance e non un ammissione di controllo, che comporterebbe tra l’altro il consolidamento dei debiti Tim in capo a Vivendi.
Ora la parola passa al Governo che sta per completare l’istruttoria sul caso e che si pronuncerà verso metà settembre.