Nel giorno di Mario Draghi lo spread cala ai minimi da inizio anno, ma l’euro vola e la Borsa traballa. A fine giornata le piazze finanziarie dell’Eurozona chiudono in modesto ribasso, con Milano in rosso dello 0,19%, 21.438 punti, Parigi -0,32%, Madrid -0,22%, Francoforte -0,04%. Sul fronte macro c’è da registrare la fiducia dei consumatori scesa, inaspettatamente, a luglio, dopo il deciso incremento del mese precedente.
Ben diverso l’andamento di Londra, +0,77%, con la sterlina debole rispetto alla moneta unica e al dollaro. Wall Street apre incerta e prosegue su quella via, con una serie di dato macro positivi e di trimestrali in chiaroscuro, da un lato Bank of New York Mellon oltre le attese e dall’altro Philip Morris deludente.
Sono soprattutto le banche centrali però a calamitare l’attenzione degli investitori nelle seduta di oggi. In mattinata la Bank of Japan ha posticipato l’obiettivo d’inflazione annua al 2%, al marzo 2020.
Nel pomeriggio la Bce ha confermato la politica accomodante seguita fin qui, ricevendo il successivo plauso del Fondo Monetario: tassi d’interesse invariati e conferma del piano di quantitative easing, 60 miliardi di euro mensili, da ampliare eventualmente come “entità o durata” in caso di peggioramento dell’economia. Il board della banca centrale ha deciso all’unanimità di non fissare una data precisa per valutare cambi al programma di stimoli. “Occorre pazienza e perseveranza perché non è ancora il momento” sono le parole esatte del presidente. Il confronto potrebbe avvenire in autunno, ma al momento nessun comitato è stato incaricato di lavorare su nuove opzioni. Intanto osserva Draghi, non bisogna strangolare la ripresa e “un sostanziale grado” di politica monetaria accomodante è ”ancora necessario” per favorire l’inflazione.
Il contesto restituisce appeal alla carta italiana: il rendimento del decennale scende al 2,12%, lo spread col Bund tedesco cala a 158.40 punti, -3,53%. Anche l’euro, però, nel pomeriggio, guadagna progressivamente punti e il cross con il dollaro si porta a 1,164 (+1,08%), top da gennaio 2015.
La debolezza del biglietto verde incoraggia l’oro: +0,42%, 1246.015 dollari l’oncia. Il petrolio prima procede con prudenza, poi gira in rosso: Brent -0,56%, 49,42 dollari al barile. In Piazza Affari brilla ancora Ferrari, +1,78%, ma le stelle più luminose sono Ferragamo +2,97% e Recordati +2,73%, che ieri ha ottenuto dalla Commissione Europea l’autorizzazione alla commercializzazione del farmaco anti psicotico Reagila.
Bene anche Italgas +1,61% e Buzzi Unicem +1,64%. In fondo al listino si colloca Cnh, -2,59%. Perdite consistenti per Exor -2,18%. Sconta le incertezze del settore Telecom -1,98%. Vendite su Unipolsai -1,79% e Tenaris -1,69%. Fuori da Ftse Mib gli acquisti premiano Fincantieri +3,58%: prese di profitto su Poligrafici Editoriale -7,83% e Monrif -6,91%.