Quanta sostenibilità ambientale c’è nell’apparato industriale italiano? Abbastanza, ma non ancora in quantità da farci competere nella sfida con quei Paesi che hanno già innestato la marcia. L’economia circolare sta diventando una priorità, tutta da cogliere. È la ragione per la quale il ministro dello Sviulppo economico, Carlo Calenda, e il titolare dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, hanno cerchiato in rosso il 18 settembre sul calendario del governo. Data limite per chiudere la consultazione sul programma da varare.
Per ora siamo in una fase di transizione, ma si viaggia verso un “cambio di paradigma su sostenibilità e innovazione”, hanno detto i ministri. Tutto sembra convergere verso una nuova fisionomia del sistema Paese con i migliori auspici. La consultazione per i prossimi due mesi si svolgerà online sulla piattaforma dedicata del Minambiente.
Alla base ci sono gli impegni italiani rispetto ai cambiamenti climatici ed alle tappe di Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Se l’Italia è un passo indietro, ha ora la necessità di recuperare velocemente per attrezzare un nuovo inquadramento legislativo e di strategia su quanto ruota intorno alla sostenibilità: 54 pagine preparate dagli esperti dei due ministeri condensano i principali obiettivi, partendo da una mappatura della situazione italiana ed internazionale.
Le linee operative interessano imprese, consumatori e pubblica amministrazione in uno sforzo organico per portare l’Italia tra i Paesi virtuosi. Una competizione alla pari se le cose andranno come detto in questi giorni. Il Paese – hanno spiegato Calenda e Galletti – ha le caratteristiche e le capacità per farlo e deve cogliere questa opportunità per favorire nuovi modelli di business che sappiano valorizzare il made in Italy e il ruolo delle piccole e medie imprese.
Il richiamo alle piccole imprese ha un particolare sapore, perché affida al nostro variegato tessuto manifatturiero un ruolo non marginale nella riorganizzazione di attività legate ai territori e a tradizioni familiari. Non c’è dubbio che il loro contributo all’innovazione ed alle politiche di sostenibilità ambientali abbia risentito molto dei pesi finanziari. Costi e burocrazia spesso non sono stati alla loro portata.
Ma la trasformazione digitale e l’introduzione di tecnologie abilitanti in linea generale trovano posto anche nell’Industria 4.0 di Calenda. I contributi attesi dal governo dalla consultazione on line sono di qualità e a ciascuno sarà garantita la riservatezza di ciò che esprimerà. Prima di arrivare (a fine anno?) al documento finale e superare la fase di transizione.