La Cina accelera. Il Pil di Pechino nel secondo trimestre è salito del 6,9%, in linea con l’andamento dei primi tre mesi del 2017, ma al di sopra sia dell’andamento del 2016 (6,7%) che della tabella di marcia fissato dal governo (6,5%). Grazie a questa performance, resa possibile dalla corsa del mercato immobiliare (+8,5% nel primo semestre), l’economia cinese torna a crescere interrompendo il trend al ribasso in atto dal 2010. Bene anche l’attività manifatturiera, in crescita del 7, 6%, spinta dalla ripresa dell’export (+8,5%) verso Europa e Usa: le minacce di Trump non hanno finora prodotto alcun effetto.
Le conseguenze? “Se la Cina va, crescono tutte le economiche emergenti – nota a caldo l’economista Bill Adams di Pnc Bank – già favorite dal rallentamento della crescita dei tassi Usa e dall’orientamento più morbido della Fed”. L’incognita, però, sta nell’aumento dei debiti delle imprese, al centro sabato dell’intervento del presidente Xi Jingping, che ha ribadito l’allarme sulla situazione finanziaria delle aziende di Stato. È in agguato il rischio bolla, che il governo centrale vuole prevenire con una stretta alle spese delle province. Si annuncia perciò una frenata negli investimenti e nei consumi di acciaio per i prossimi mesi. Ma sarà al più una frenata morbida: il presidente Xi ha interesse ad arrivare al Congresso del partito, in autunno, con un’economia in crescita.
Al presidente, del resto, non piace essere dipinto come un orso: la censura ha bloccato l’uso di Winnie the Pooh nelle vignette dei giornali. Il popolare plantigrado è costato troppo a Xi Jingping.
SHANGHAI TEME UNA STRETTA. MA IL PETROLIO RIPRENDE A CORRERE
Risposta contrastata delle Borse asiatiche. Salgono i listini, a partire da Seoul e Hong Kong, su di mezzo unto percentuale. Drammatica la cronaca della seduta dei mercati cinesi. Agitate dall’annuncio del presidente Xi della prossima creazione di un nuovo superministero per vigilare sulla salute finanziaria del sistema, le Borse hanno iniziato la settimana con massicci ribassi: -4,5% Shenzhen, -2,6% Shanghai. Dopo la pubblicazione dei dati del Pil la frana è rientrata: il listino tecnologico dimezza le perdite (-2,2%) , Shanghai ha azzerato i ribassi (-0,15).
Debole l’Australia. Chiusa oggi per la festività del mare la Borsa di Tokyo. Ancora debole il dollaro, in forte discesa venerdì dopo i segnali in arrivo dalla Fed, cauta sul fronte dei tassi dopo i dati in arrivo dall’economia. Prosegue invece stamane il rimbalzo del petrolio: il Brent, in rialzo da sei sedute, è risalito oltre la barriera dei 49 dollari.
DRAGHI IN CAMPO: NIENTE TAPERING NEL 2017
Si è aperta così una settimana finanziaria dominata dai vertici delle Banche centrali. L’appuntamento clou è il direttorio della Bce di giovedì. Ma nello stesso giorno terminerà i suoi lavori il direttorio della Bank of Japan, l’altra Banca centrale che continua a praticare la politica dei tassi sottozero.
Alla Borsa di Tokyo, oggi chiusa per festività, gli operatori danno per certo che il governatore Haruhiho Kuroda confermerà i tassi ufficiali in terreno negativo anche se sul mercato il rendimento del decennale è risalito allo 0,11%. Una parte dei banchieri, data la tendenza, sembra disponibile a ridurre gli acquisti sul mercati (80 miliardi al mese). Ma il governatore giapponese teme i contraccolpi di una scelta del genere.
Non molto diversa la cornice della riunione della Bce. È probabile che giovedì la Banca centrale, pur prendendo atto dell’accelerazione dell’economia europea, si limiterà a cancellare il richiamo al possibile ribasso dei tassi “se la situazione lo richiederà”. Ma questa comunicazione, se combinata con nuovi segnali di ripresa della congiuntura, potrebbe innescare il rialzo dell’euro, rafforzando la convinzione che a settembre Francoforte darà l’avvio al tapering. Ma la previsione è più accreditata è che il tapering inizierà nel gennaio del 2018 per estendersi poi per 9 mesi, invece dei sette precedentemente previsti. Il quarto trimestre del 2018, poi, sarebbe l’occasione per la Bce per alzare i tassi di riferimento sui depositi dall’attuale -0,4%.
TRUMP SOTTO TIRO. OGGI I CONTI DI NETFLIX
I mercati non si aspettano indicazioni macro forti dall’economia Usa: oggi verranno diffusi i dati sull’inflazione e sarà pubblicato l’indice Empire, relativo all’economia del Nord Est. Intanto slitta ancora il voto sulla riforma sanitaria: il gradimento di Donald Trump è sceso al 36%.
Wall Street si concentra sulle trimestrali: oggi toccherà a Netflix (che ha immesso in catalogo numerose uscite di cassetta), Alibaba e BlackRock, il gigante che, tra l’altro, domina il mercato globale degli Etf. Domani seguiranno Goldman Sachs , Bank of America e Ibm. Il calendario proseguirà con Morgan Stanley, Alcoa e American Express (mercoledì), eBay e Microsoft (giovedì). Venerdì, infine, sarà la volta di General Electric e Colgate.
BREXIT, RIPRENDE LA TRATTATIVA: LONDRA DEVE PAGARE
Settimana calda sul fronte della Brexit. Stamane il Regno Unito dovrà ammettere, in via ufficiale, che il divorzio da Bruxelles imporrà a Londra il pagamento di un conto salato, tra i 40 e i 60miliardi di euro.
Non è l’unica spina sulla strada di Theresa May. La premier inglese sembra intenzionata ad annunciare oggi l’uscita dall’Euratom, cui si oppongono gli industriali, lamentando le pesanti ricadute sulla ricerca britannica. Ad aumentare le preoccupazioni per gli effetti depressivi dell’uscita dalla Ue contribuisce il primo, massiccio esodo dei dipendenti bancari dalla City. Ma sul piano psicologico ha un effetto ancor più rilevante la notizia del trasloco di EasyJet: la compagnia aerea ha dato il via ad EasyJet Europe, base Vienna, per poter chiedere il certificato di volo per volare fra i Paesi membri dell’Unione europea saltando Londra.
OGGI LA GRECIA TORNA SUI MERCATI. ARRIVANO I CONTI DI VODAFONE
Oggi la Grecia potrebbe fare il suo rientro sul mercato dei capitali. Il Tesoro di Atene sembra intenzionato a lanciare un bond a 5anni, primo test in vista della scadenza del programma di sostegno europeo previsto tra un anno.
Tra le prime trimestrali europee spicca quella di Vodafone, in uscita venerdì. I mercati guardano con grande attenzione al settore tlc. “Riteniamo – si legge in un report di Crédit Suisse – che il settore delle telecomunicazioni sia quello difensivo più interessante e dovrebbe evidenziare un’outperformance rispetto alle azioni nel loro complesso. Il settore delle telecomunicazioni ha un carattere difensivo a valutazioni interessanti”.
PADOAN SPINGE PIAZZA AFFARI. VERSO L’OK PER LE BANCHE VENETE
Piazza Affari ha archiviato l’ultima settimana con un rialzo del 2,27%, consolidando il recupero da inizio anno. A spingere il listino è stato l’automotive, grazie al balzo di Ferrari (+8,08%) e Fca (+7,22%). Prese di beneficio invece sulle banche. A favore degli umori sul mercato italiano depongono le nuove stime sul Pil di Banca d’Italia, in rialzo all’1,4%,e l’ottimismo del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: “Stiamo continuando su una strada stretta – ha detto – ma vedo questo sentiero allargarsi. L’Italia è meno fragile, anche sul debito”.
Intanto si va verso l’approvazione finale del provvedimento di salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Il decreto, che scade il 24 agosto, è stato approvato alla Camera dei Deputati ed è passato al Senato, dove sono state già presentate mozioni per chiedere modifiche. Sul tema, indicazioni importanti della volontà del governo verranno dall’audizione di Padoan, prevista mercoledì in commissione Finanze del Senato.
L’OMBRA DI GENISH SU TIM IN VISTA DEL CDA
Settore tlc in evidenza anche in Piazza Affari. Sarà infatti una settimana decisiva per gli assetti di vertice in Telecom Italia. Entro il 27 luglio, data del Cda sulla trimestrale e del comitato nomine, dovrà essere risolto il conflitto tra l’ad Flavio Cattaneo e il socio di riferimento Vivendi. La situazione resta in evoluzione ma nel pomeriggio di venerdì il titolo Telecom ha iniziato a scendere (per poi chiudere in calo del 2,72%) a fronte della prospettiva di uno strappo. Vivendi sembra intenzionata a nominare il manager Amos Genish a una posizione chiave nel gruppo, in modo da poter esercitare una maggiore influenza ai vertici dell’azienda.
Intanto Telecom Italia ha annunciato l’accordo per creare a San Marino la prima rete 5g del mondo. Entro l’anno il territorio della repubblica del Titano (30 mila abitanti) servirà da test per i nuovi servizi.
DOPO IL BOOM DI DO BANK PIOGGIA DI MATRICOLE SULL’AIM
Dopo la fortunata Ipo di Do Bank si profila una settimana ricca di debutti all’Aim, il mercato alternativo di Piazza Affari. Si comincia stamane con Culti Milano, uno dei principali player italiani nella produzione e distribuzione di fragranze d’ambienti, controllata da Intek (famiglia Manes).
Seguirà Sit, il gruppo padovano di componentistica per gas, che approderà sul listino attraverso l’aggregazione con Industrial Stars of Italy 2 (Indstars 2), Spac quotata all’Aim dal maggio 2016. Il mercato AIM Italia è in attesa di 10 nuove società che si quoteranno nei prossimi mesi. In particolare sono 4 le IPO attese tra settembre e ottobre: Clabo, gruppo specializzato in arredi Made in Italy per il mondo della ristorazione, che conta tra i clienti Apple, Google e la Casa Bianca, 4Aim società di investimento che investirà sulle PMI leader , Elettra, attiva nel mercato nazionale ed internazionale sia nel settore Energia che Oil & Gas e Bio-On, società fondata nel 2007 da Marco Astorri e Guy Cicognani per lo sviluppo di bioplastica per innumerevoli applicazioni.