Scoperta al Cern, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare nonché il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, la particella Xi. Grazie a lei, gli scienziati avranno la possibilità di studiare “la colla” che tiene unita la materia.
La scoperta è stata annunciata nel corso della conferenza della Società Europea di Fisica in corso a Venezia e in via di pubblicazione sulla rivista Physical Review Letters ed è avvenuta per mezzo acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc), in particolare da uno dei suoi quattro rivelatori: LHCb, coordinato dall’italiano Giovanni Passaleva dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
“È la prima volta che si osserva una particella simile: un barione con due quark pesanti”, ha spiegato Donatella Lucchesi, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e dell’università di Padova e membro della collaborazione Lhcb. “Osservare una particella del genere – ha continuato – è stato possibile grazie alla grandissima quantità di dati che sta producendo l’acceleratore Lhc. Questo permette di raggiungere un obiettivo non facile, come è riuscire a riprodurre la materia in tutti i suoi stati possibili”.
“In contrasto con le altre particelle finora note, in cui i tre quark eseguono una elaborata danza l’uno attorno all’altro, ci aspettiamo che il barione con due quark pesanti agisca come un sistema planetario, dove i due quark pesanti giocano il ruolo di stelle che orbitano l’una attorno all’altra, mentre il quark più leggero orbita intorno a questo sistema binario”, ha aggiunto Guy Wilkinson, ex-coordinatore della collaborazione.
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— CERN (@CERN) 6 luglio 2017