Nuovi investimenti con credito d’imposta fino a 50 milioni di euro. Un segnale di fiducia per le aree del Mezzogiorno. Sarà per la spinta del governo verso le zone deboli, sarà perché i governatori del Sud hanno insistito tanto, il risultato è che il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sulle Zes: zone economicamente speciali. Le Zes godranno di agevolazioni fiscali aggiuntive rispetto al regime ordinario del credito d’imposta al Sud che già prevede vantaggi strutturali per far ripartire almeno Calabria e Campania a vantaggio delle piccole e medie imprese. Non è la nuova politica per il Mezzogiorno, ma un tassello di un disegno che può svilupparsi.
La dimensione industriale delle iniziative in progress, sarà sufficiente ad attrarre player internazionali? Creare circuiti virtuosi, prevalentemente nel trasporto marittimo e nella movimentazione delle merci? Il Sud, dice l’Istat, sta guidando la crescita dell’export italiano con un +4,4% nel primo trimestre 2017.
Il momento è favorevole e le nuove imprese – quando nasceranno – dovranno dare sostanza all’accattivante titolo del decreto: “Resto al Sud”. Campania e Calabria, dunque, in pole position per sperimentare il nuovo provvedimento. L’area portuale di Salerno e la zona industriale della Valle dell’Ufita in provincia di Avellino, accanto all’area portuale di Gioia Tauro. Qui si sana anche la piaga di circa 1000 posti di lavoro a rischio, ripresi in un accordo di programma di pochi mesi fa, nonostante Gioia Tauro resti il più grande approdo commerciale del Mezzogiorno.
Al ministro per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, viene riconosciuto il merito di aver ascoltato i territori. Dal Sud si osserva anche che questa operatività, potrebbe aver determinato la ricostituzione del dicastero con il governo Gentiloni. Il governatore campano Vincenzo De Luca e il suo assessore al ramo, Amedeo Lepore, hanno esultato quando il governo ha approvato il decreto. In un certo senso assieme al governatore della Calabria, Mario Oliverio, hanno ipotecato le procedure di agevolazioni e fiscalità per nuove iniziative e occupazione aggiuntiva. L’insistenza delle due Regioni aveva prodotto due documenti ufficiali consegnati al governo ove si delimitavano le aree delle zone economiche speciali. Il sì del governo era talmente atteso, che anche nelle recenti convention confindustriali se ne era fatto cenno.
Le opportunità potranno essere colte anche dai giovani che possono fare conto su detrazioni fiscali, appunto, fino a 50 milioni di euro. Se la burocrazia non ostacolerà quanto è appena stato deciso, le nuove iniziative daranno una mano a quelle “dinamiche di crescita dell’export intense e diffuse” di cui ha parlato ieri l’Istat.