Una stretta anti-abusi sui permessi per la legge 104 (ma non solo) e un meccanismo per evitare il taglio del bonus di 80 euro. Sono queste le due principali novità contenute nell’atto di indirizzo sui rinnovi contrattuali che il ministro della Pa, Marianna Madia, invierà all’Aran, l’agenzia che rappresenta legalmente le pubbliche amministrazioni italiane nella contrattazione collettiva nazionale.
Il testo – i cui contenuti sono stati anticipati dal Messaggero – è importante per riprendere la discussione a quasi due anni dalla sentenza della Consulta che dichiarò incostituzionale il blocco degli aumenti varato nel 2010. Quando lo avrà ricevuto, l’Aran potrà convocare i sindacati.
Per quanto riguarda i permessi legati alla legge 104, che consente di assentarsi dall’ufficio per assistere parenti disabili, si chiede ai lavoratori di farne domanda con “congruo anticipo”, anche attraverso, se possibile, “una programmazione mensile”, per “contemperare il legittimo diritto” dei dipendenti con “le esigenze di funzionalità degli uffici”.
Inoltre, Madia propone di utilizzare permessi orari per visite specialistiche, esami diagnostici, motivi familiari e personali, impedendo quindi ai dipendenti di assentarsi per l’intera giornata lavorativa. Si tratterebbe di introdurre un tetto massimo di ore entro cui sarebbero escluse penalizzazioni in busta paga.
La seconda innovazione prevede di introdurre una nuova voce dello stipendio. L’obiettivo è compensare l’effetto fiscale negativo dell’aumento contrattuale sugli oltre 600mila lavoratori pubblici che percepiscono il bonus da 80 euro e che, paradossalmente, rischierebbero di vedersi ridurre o azzerare l’extra introdotto dal governo Renzi proprio a causa dell’aumento salariale.
Infine, come richiesto dai sindacati, sono rinviate alla contrattazione anche altre decisioni su altri temi. Ad esempio e le sanzioni disciplinari in caso di “ripetute e ingiustificate assenze dal servizio” a ridosso del fine settimana e le “assenze collettive” in date sensibili.