I depositi bancari dei fondi di previdenza complementare saranno esclusi dalle regole di un eventuale bail-in, il meccanismo di salvataggio interno innescato in caso di crisi bancarie. Non rientrano nell’esclusione invece le forme di previdenza obbligatoria, come ad esempio le Casse.
Questo è quanto stabilito dall’emendamento Sanga alla manovra-bis approvato in Commissione Bilancio, secondo cui: “sulle somme di denaro e sugli strumenti finanziari della forma pensionistica complementare depositate a qualsiasi titolo presso un depositario, non sono ammesse azioni dei creditori del depositario, del sub-depositario, o nell’interesse degli stessi”. Significa che i soldi depositati dai Fondi pensione o investiti e depositati presso una banca successivamente risultata in crisi non incapperanno nel bail-in che colpèisce invece azionisti, obbligazionisti e correntisti con depositi superiori a 100 mila euro.
L’emendamento approvato tuttavia non contiene riferimenti agli istituti di previdenza obbligatoria come le Casse delle professioni autonome (Architetti, Inpgi, etc.) anche se il governo starebbe valutando la possibilità di un loro recupero in un provvedimento successivo come ha spiegato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta. “E’ necessario recuperare al più presto – ha affermato – la presenza delle Casse per l’esclusione del bail in”. Non vi sono ancora calcoli in proposito né è chiaro quale potrebbe essere la posizione dell’Europa al riguardo
Soddisfazione da parte di Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, che ha precisato: “l’emendamento rappresenta un primo passo importante cui dovrebbe necessariamente seguire l’esclusione dal bail-in anche delle casse sanitarie e delle fondazioni bancarie”.
Giudizi positivi sull’emendamento giungono anche da Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione: “sono stati accolti i molteplici solleciti, anche tecnici, pervenuti dalla nostra Associazione al Legislatore. La tutela del risparmio previdenziale è e deve rimanere
inviolabile”.