Tonfo della borsa e spread in brusco rialzo: oggi sull’Italia si è abbattuta una tempesta di vendite, portata dal rischio banche, Mps e venete, ma anche dall’incertezza politica, con le elezioni più vicine se andrà in porto l’accordo sulla legge elettorale. Piazza Affari chiude in maglia nera, -2,01% e scende sotto i 21 mila punti, fermandosi a 20.783. In ribasso i finanziari, con Ubi, -4,74 e Unicredit, – 4,34%, in fondo al listino.
Lo spread fra decennale italiano e tedesco ricomincia a correre: +7,16%, 188.70 punti base, rendimento 2,19%. Dopo la ritrovata stabilità da parte della Francia, l’Italia sembra oggi un’ottima preda per gli speculatori. Le elezioni a settembre-ottobre d’altra parte incidono sui tempi della manovra di bilancio e una legge elettorale col sistema proporzionale apre la strada a governi di coalizione e a riforme più difficili. Il tutto mentre Mario Draghi, pur confermando l’attuale politica espansiva, raccomanda ai paesi dell’area euro di proseguire sul cammino riformatore, perché è vero che l’Europa cresce, ma “le riforme strutturali sono essenziali per creare uno scenario di business che porti all’innovazione e un quadro normativo che accompagni questo processo”.
Una tirata d’orecchie al Belpaese arriva dal banchiere centrale francese e consigliere Bce François Villeroy de Galhau, che invita italiani e portoghesi ad affrontare tempestivamente e in via definitiva i problemi del loro sistema bancario, poiché “non è normale” che difficoltà a livello locale danneggino l’immagine del sistema bancario a livello di tutta la zona euro.
Per quanto riguarda le altre piazze: Wall Street e Londra sono rimaste chiuse per festività; senza scossoni la seduta delle principali città europee: Madrid -0,19%; Parigi -0,08%; Francoforte +0,21%.
Stabile il rapporto euro dollaro, scambiato a 1,117. Brent in frazionale crescita +0,74%, 52,9 dollari al barile.
In Piazza Affari i bancari subiscono perdite consistenti per la terza seduta consecutiva, dopo una crescita del settore da inizio anno superiore al 15%. Le vendite colpiscono soprattutto Ubi e Unicredit, ma anche Banco Bpm -3,89%; Bper -3,04%; Intesa -2,06%; Mediobanca -3,14%, Banca Generali -3,65%; Finecobank -3,14%. Galassia Unipol in caduta, con Unipol -4,05% e Unipolsai -3,18%. In vendita le utility, in particolare Italgas -3,69%; A2a -2,5%; Enel -2,25%. Perdite superiori al 3% nella moda con Moncler -3,89%. Uniche blue chip positive alla fine sono Brembo +0,92% e Mediaset +0,96%.
Fra i titoli a minor capitalizzazione svetta invece il Gambero Rosso (+34,17%) che fa faville dopo l’accordo raggiunto con Giglio Group per la creazione e la distribuzione mondiale del nuovo canale internazionale Gambero Rosso.