Due passi avanti nella lotta al terrorismo e al protezionismo, un flop sul clima e un pareggio sui migranti e sulle sanzioni anti-Russia: si può riassumere così il G7 di Taormina, che ha visto tre debutti importanti come quello del nuovo presidente americano Donald Trump, di quello francese Emmanuel Macron e della premier britannica Theresa May.
“Unità e determinazione” contro il terrorismo sono stati ribaditi nelle dichiarazioni finali dai Sette Grandi che hanno deciso di intensificare la collaborazione con lo scambio delle informazioni dell’intelligence e, accogliendo una richiesta della May, si appellano ai “service provider per il controllo” dei contenuti in rete.
Meno scontata ma non meno rilevante l’intesa contro il protezionismo, considerando gli orientamenti di Trump (“America first”) in campagna elettorale e oltre. Invece la dichiarazione finale di Taormina “conferma l’impegno a mantenere aperti i nostri mercati e a combattere il protezionismo” e “tutte le pratiche scorrette del commercio”.
Nessun passo avanti invece sul clima, dove il rispetto degli accordi di Parigi sono stati confermati solo da sei Paesi firmatari ma non dagli Usa, che non hanno ancora deciso la linea da seguire anche se Trump ha promesso di farlo nel giro di una settimana. Ma Merkel ha chiarito che su questo non è possibile alcun passo indietro.
Pari e patta sui flussi migratori, per i quali si è sottolineato l’impegno a “sforzi coordinati a livello nazionale ed internazionale” e la difesa dei diritti dei migranti e quelli degli Stati a tutelare i propri confini.
Infine, sulle sanzioni alla Russia si è deciso che la loro durata dipenderà dal tempo che impiegherà Mosca ad applicare gli accordi di Minsk sull’Ucraina.