Il bail-in della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, cioè la mazzata sugli azionisti, sugli obbligazionisti e sui correntisti con più di 100 mila euro delle due banche venete in crisi, avanza a grandi passi. L’incontro di ieri a Bruxelles con l’Antitrust della Commissione europea per un salvataggio delle due banche attraverso la fusione con il sostegno del Tesoro è stata una vera e propria doccia fredda per gli istituti veneti, che hanno subito lanciato l’allarme e fatto appello al Governo per evitare in extremis la temuta procedura di risoluzione coatta come avvenne in passato per Banca Etruria, Banca delle Marche, Carichieti e Carife.
Ma gli spazi di mediazione sono ridotti al minimo e 67 giorni di trattative tra le banche, il Tesoro e la Ue non sono finora serviti a sbloccare una situazione ormai drammatica nella quale le due banche, o perlomeno una, rischiano davvero di fallire.
In sostanza la Ue non intende dare via libera al piano di salvataggio con fusione delle banche venete e sostegno del Tesoro se non ci sarà un adeguato intervento, di almeno un miliardo di euro, di investitori privati che non si sa come trovare, visto lo stato comatoso dei due istituti, a corto di liquidità e con una continua emorragia di capitali e di clienti. Le grandi banche, da Intesa a Unicredit, hanno già fatto capire che hanno già dato e che non intendono svenarsi per coprire le perdite altrui.
Di tutto questo si parlerà oggi un uno nuovo summit a Roma tra il ministro dell’Economia,Pier Carlo Padoan, e i vertici delle due banche, ma non sarà facile trovare una soluzione e il rischio che, alla fine, qualcuno resti con il cerino in mano diventa ogni giorno più forte, con riflessi sociali e politici facilmente immaginabili.
AGGIORNAMENTO
L’Antitrust ha sanzionato per 5 milioni di euro Veneto Banca. L’Autorità parla di due pratiche commerciali scorrette da parte della Banca:
1) aver condizionato l’erogazione di mutui a favore dei consumatori all’acquisto da parte degli stessi di proprie azioni;
2) aver indotto i consumatori intenzionati a chiedere mutui ad aprire un conto corrente presso la Banca.
Lo scopo di queste azioni, secondo l’Antitrust, era di realizzare un’operazione di ricapitalizzazione della Banca, che è partita dal secondo semestre 2012 e sviluppo negli anni 2013 e 2014, nella quale è prevalsa l’esigenza di patrimonializzazione della Banca sugli interessi della stessa clientela.
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