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A Piazza Affari rischio default delle banche venete

Il pericolo di definitivo naufragio delle banche venete pesa sul mercato – Negli Usa “presto” il rialzo dei tassi Fed e Wall Street fa il nuovo record mentre in Europa Draghi assicura che per ora non saliranno – Petrolio: oggi accordo Opec sui tagli – Fca: “Non siamo come Vw”

A Piazza Affari rischio default delle banche venete

La Fed è pronta ad alzare i tassi e ad avviare la riduzione del proprio bilancio. La conferma è arrivata dalla lettura dei verbali della riunione del board del 3-4 maggio scorso. Nel corso del vertice, la maggior parte dei membri del comitato monetario ha sottolineato la necessità di procedere “presto” a un nuovo aumento. Inoltre, da giugno scatterà il piano per ridurre progressivamente il bilancio della Banca centrale dagli attuali 4.500 miliardi di dollari. Sarà un’operazione graduale: ogni mese verrà annunciato il quantitativo degli asset che verranno lasciati scadere. All’inizio, l’ammontare sarà molto basso, per essere poi rivisto con scadenza trimestrale.

La prospettiva di un rialzo dei tassi a giugno (dato per probabile dal 95% degli osservatori) non ha frenato Wall Street: l’indice S&P 500 ha toccato un nuovo record assoluto a 2.404,4 punti. Ma altri eventi incalzano: oggi il vertice Opec di Vienna dovrà confermare i tagli alla produzione di petrolio per 9 mesi, tanto più necessari ad evitare il crollo dei prezzi a fronte delle difficoltà della Cina, sottolineate dal primo downgrading di Pechino dal 1989. Infine, c’è l’incognita Trump (sempre più nel mirino degli inquirenti che indagano sul Russiagate), oggi a Bruxelles per un primo test sulle complicate relazioni tra Usa e alleati.

ASIA POSITIVA. OGGI L’ACCORDO OPEC SUI TAGLI

In questa cornice complicata i mercati hanno scelto la strada della prudenza. Tengono le piazze cinesi dopo il downgrade di Moody’s. Shanghai sale dello 0,1%. Ieri, dopo l’annuncio della decisione dell’agenzia americana, aveva ceduto l’1,3% per poi recuperare nel corso della seduta. Salgono anche tutti gli altri mercati azionari dell’Asia Pacifico: Hong kong +0,5%, Seoul +0,9%, Mumbai +0,5%. Tokyo si avvia a chiudere con un rialzo di mezzo punto percentuale.

La Borsa americana ha reagito con un moderato rialzo ai dati dei verbali del Fomc. Il Dow Jones è salito dello 0,36%. Nasdaq +0,40%. L’indice S&P500, +0,25%, ha messo a segno il quinto rialzo consecutivo. Da segnalare la discesa di Tiffany (-8,7%) dopo il crollo delle vendite. In forte calo anche l’altro big del settore, Signet Jewelers -7,2%.

Petrolio in leggero calo, Wti giù di 11 cent a 51,31 dollari e Brent di 22 cent a 53,93 dollari alla vigilia del vertice di Vienna. Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, Khalid Al-Falih, ha fatto sapere che il primo produttore mondiale è pronto ad appoggiare una proroga di 9 mesi sul taglio dell’offerta di 1,8 milioni di barili al giorno. L’obiettivo, ha sottolineato, è d’impedire una caduta dei prezzi sotto i 50 dollari. Il Kuwait non esclude un taglio più profondo. A piazza Affari Eni ha perso lo 0,4%, Saipem -0,8%.

DRAGHI: I TASSI UE NON SALIRANNO. MLANO -0,2%

Chiusura in lieve calo per le Borse europee. Oggi resteranno chiuse diverse Borse del Nord Europa per la festività dell’Ascensione. A Milano l’indice FtseMib ha terminato la seduta in calo dello 0,2%. In leggero ribasso anche Parigi e Francoforte che hanno chiuso entrambe a -0,3%. Rimbalzino a Londra (+0,4%) dopo il calo di martedì.

Mario Draghi, parlando a Madrid, ha confermato l’orientamento espansivo della Bce: i tassi d’interesse inizieranno a salire solo al termine del programma di acquisti di titoli, ha detto il presidente della Bce nel suo primo intervento dopo le parole di Angela Merkel sull’euro “troppo basso”.

“In un’unione di più Paesi come è l’area euro – ha replicato il banchiere – gli acquisti di titoli sono inevitabilmente più difficili da calibrare e attuare, ed è più probabile che producano effetti collaterali”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il capo economista della Banca Centrale Europea, Peter Praet: “Le pressioni sull’inflazione di fondo danno ancora indicazioni insufficienti di un convincente trend al rialzo, a fronte di pressioni interne, soprattutto quelle dei salari, che restano deboli”.

Gli osservatori sono però convinti che nella riunione di giugno la Bce concederà qualcosa ai falchi, ma non si andrà oltre la cancellazione del richiamo ai “possibili rischi al ribasso” della congiuntura o alla modifica della guidance. Per ora non ci sarà il temuto tapering.

TESORO, OGGI IL CONCAMBIO, DOMANI LE ASTE

Finale di seduta con il segno negativo sul secondario italiano che perde leggermente terreno sulla Germania. Il decennale è stato scambiato a 2,138%. L’allargamento degli spread nei confronti del Bund – due punti base per la forbice Italia/Germania a dieci anni (a 174 punti base) – è particolarmente sentito dai titoli portoghesi.

In sede di consiglio Ecofin, Lisbona ha chiesto ieri alla Ue l’autorizzazione a rimborsare in anticipo 10 miliardi di indebitamento nei confronti del Fondo monetario internazionale, su cui paga un interesse relativamente elevato, per andare a rifinanziarsi sul mercato a costi più bassi. La prospettiva è dunque di maggiori esigenze di raccolta da qui a fine anno.

Prosegue la pressione sulla carta greca dopo l’ennesimo nulla di fatto sulla ristrutturazione del debito nella riunione mensile dell’Eurogruppo. Positivo per il mercato tedesco il risultato della riapertura del Bund decennale: 2,45 miliardi collocati al tasso medio di 0,39% (0,36% nell’asta precedente).

Al via le aste di fine mese, precedute oggi dalla seconda operazione di concambio dell’anno, la prima mai attuata su un Btp Italia. Il Tesoro offre il riacquisto fino a 3 miliardi di titoli dell’emissione Btp Italia scadenza novembre 2017 in cambio di quattro Btp e un CctEu. Domani sarà il turno di Ctz e Btpei (massimi 3,5 miliardi del nuovo Ctz maggio 2019 e fino a 1,5 miliardi di BtpEi 2028 e 2014), mentre lunedì va in asta il Bot a sei mesi per 6 miliardi. Si chiude martedì prossimo con l’offerta a medio-lungo termine.

CONTINUA IL VOLO DI BANCO BPM. FUMATA NERA PER POP VICENZA

L’incognita sempre più grave del salvataggio delle banche venete non ha intaccato la solidità del comparto dei titoli bancari. Al centro dell’attenzione continua ad essere Banco Bpm, +4% sull’onda dell’attesa per la cessione di Project Rainbow, un portafoglio di non performing loans da circa 750 milioni di euro con sottostante immobiliare, le offerte dovrebbero aggirarsi attorno a 250-300 milioni di euro, quindi fino al 40% circa del valore nominale.

In evidenza anche un’altra ex popolare, il Credito Valtellinese, +8% sulle scommesse del mercato su un vicino accordo di bancassicurazione con un partner del settore di grosso calibro. Positive le altre banche: Unicredit invariata, Intesa -0,2%, Ubi +1,7%.

Esito negativo dell’incontro tra i vertici di Bpvi e Veneto Banca e la direzione concorrenza europea. La Commissione è ferma sulle sue posizione e pretende un miliardo di risorse aggiuntive dai privati per dare l’ok al salvataggio. Oggi si terrà il vertice d’urgenza al Tesoro, presenti i vertici dei due istituti. Il salvataggio delle banche venete, operazione da 6,4 miliardi, già prevede un contributo di capitali privati costituito dall’aumento di capitale versato da Atlante e dalla conversione di bond subordinati. L’ipotesi di un nuovo intervento di sistema vede contrarie molte banche, come ha evidenziato l’ad di Intesa, Carlo Messina: “Su questi istituti – ha detto – i privati hanno già perso o stanno perdendo dei soldi; a questo punto bisogna garantire la possibilità di metterle in sicurezza attraverso un intervento pubblico che ormai è in costruzione da dicembre dell’anno scorso”.

Contrastate le assicurazioni, con Generali che perde l’1,6% e Unipol in rialzo del 2,5%. Brillante Anima (+2,9%).

TIENE FCA. GLI AVVOCATI: CASO DIVERSO DA VOLKSWAGEN

Sempre sotto tiro in Europa le società dell’automotive (indice Stoxx -0,7%). Daimler ha perso l’1,9%, scendendo sui minimi da inizio anno: ieri la polizia ha perquisito la sede di Stoccarda alla ricerca di documenti per l’inchiesta sulle emissioni.

Fiat Chrysler (-0,5%) limita i danni dopo l’avvio da parte del Dipartimento di Giustizia Usa della causa contro la casa automobilistica sulle emissioni dei motori diesel. Il titolo, dopo una partenza in calo, ha azzerato le perdite nel primo pomeriggio per poi tornare di nuovo in rosso. Banca Imi, Icbpi, Mediobanca Securities, Banca Akros hanno confermato le raccomandazioni positive sul titolo.

Robert Giuffra, legale di Fca, ma anche rappresentante di Volkswagen sul caso delle emissioni truccate, ha spiegato ieri durante l’udienza in tribunale che “il caso sulle emissioni manipolate che vede coinvolti 104mila Suv Jeep Grand Cherokee e pickup targati Ram con motori diesel di Fca non può essere troppo paragonabile al Dieselgate che vede sotto accusa il gruppo Volkswagen”. Giuffra ha sottolineato che, diversamente da quanto successo all’inizio del contenzioso che ha coinvolto Volkswagen, Fca ha già proposto una modifica del software con cui può risolvere qualsiasi questione relativa al motore senza penalizzare la performance o il valore della vettura.

TONFO DI FERRAGAMO: PREVISTE VENDITE IN CALO IN CINA

Da segnalare la brusca caduta di Ferragamo (-5,1%). In un evento parigino di Kepler Cheuvreux, il management della società fiorentina si è mostrato particolarmente prudente sulle prospettive di redditività (Gross margin) del 2017. Pesa anche la preoccupazione per la tenuta delle vendite in Cina, dopo che Moody’s ha declassato il rating di Pechino. Ferragamo realizza circa il 31% delle sue vendite con clienti cinesi, fra vendite dirette sul territorio della Repubblica popolare (14%), turisti cinesi a Macao e Hong Kong (7%) e turisti cinesi in viaggio in Europa e Usa.

Negative le utility: Enel è scesa dello 0,9%, Snam -1,4%, Terna -1,4%. Positiva Telecom Italia, +0,8%.

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