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Veneto Banca e Pop Vicenza a rischio bail in

Domani, mercoledì, faccia a faccia cruciale fra il top management, il Tesoro e l’Antitrust Ue – Bruxelles vuole un altro miliardo dagli investitori privati per coprire le perdite sulle svalutazioni, ma trovare tante risorse non è semplice e l’ipotesi risoluzione si fa più probabile – Niente tasse sugli indennizzi

Veneto Banca e Pop Vicenza a rischio bail in

Il destino di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza è appeso a un filo e il bail in non è più un’ipotesi remota. Con ogni probabilità domani andrà in scena un incontro tra i vertici dei due istituti, il ministero dell’Economia e l’Antitrust europeo. Obiettivo: discutere dell’ultima, pesantissima richiesta arrivata dalla Commissione Ue, che pretende un miliardo di euro in più dagli investitori privati delle due banche.

Dettagli e chiarimenti devono ancora arrivare, ma sembra che il diktat di Bruxelles – giunto a sorpresa alla fine della scorsa settimana – sia legato a una nuova valutazione del portafoglio crediti di Veneto Banca e Pop Vicenza, già peraltro fortemente svalutato nel bilancio 2016.

Del resto, le regole parlano chiaro: all’articolo 32 della direttiva Brrd si legge che i fondi dello Stato non possono essere utilizzati per “compensare le perdite che l’ente ha accusato o rischia di accusare nel prossimo futuro”. Di conseguenza, per coprire il rosso causato dalle nuove svalutazioni, Veneto Banca e Pop Vicenza dovrebbero attingere al proprio patrimonio e ad altre risorse private.

Il problema è che oggi i grandi investitore del fondo Atlante, già azionista dei due istituti, non sembrano disposti a versare altro denaro nelle banche venete. E non appare realistica neppure l’ipotesi di un intervento da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi, che è già impegnato su altri fronti e difficilmente potrebbe permettersi un investimento così consistente in favore di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza.

Se non si troverà una soluzione, perciò, almeno uno dei due istituti rischia il bail in: l’esito più drammatico, che coinvolgerebbe in parte anche i correntisti (quelli con depositi superiori a 100mila euro) e che finora la politica e il sistema finanziario hanno cercato in ogni modo di scongiurare.

Il numero uno dell’economia, Pier Carlo Padoan, ha cercato però di lanciare un messaggio rassicurante: “Garantisco che stiamo facendo progressi – ha detto – nel pieno rispetto delle regole”.

Infine, Veneto Banca e Pop Vicenza hanno ribadito che gli indennizzi versati ai soci al termine dell’offerta transattiva non sono tassabili al momento dell’erogazione.

Eppure, rispondendo all’interpello di alcuni soci, la direzione generale del Veneto dell’Agenzia delle Entrate ha sostenuto l’opposto.

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