“I problemi economici dell’Italia sono peggiori di quelli francesi: il debito pubblico è pari al 133% del Pil contro il 96%. L’ultima volta che l’Italia è cresciuta più della Francia risale al 1995. Entrambi i Paesi hanno grossi problemi di produttività, ma quella francese è salita del 15% dal 2001, l’Italia è ferma da allora”. Superato lo scoglio delle elezioni francesi il Bel Paese torna ad essere al centro delle preoccupazioni dei mercati come dimostra l’articolo (tutt’altro che isolato) di Bloomberg dal titolo “L’Italia è il prossimo grande problema europeo”.
Anche Citigroup torna a parlare di rischio Italia. Niente di nuovo, salvo la sensazione che, tra vincoli di bilancio, sofferenze bancarie e Qe che volge al termine, stavolta il tempo stringe per davvero. Come ha voluto sottolineare il presidente della Consob Giuseppe Vegas e come segnalano i movimenti dello spread Btp/Bund.
Chiusa la corsa per l’Eliseo, del resto, i mercati sono alla ricerca di nuovi temi su cui imbastire speculazioni a caccia di guadagni. Nel frattempo si respira aria di bonaccia come dimostra la caduta a Wall Street dell’indice della paura, il Vix, precipitato ieri ai minimi dal 1993. A questi livelli, ammoniscono alcuni operatori, si rischia di sottovalutare i rischi in agguato.
POCO MOSSA TOKYO. SPUNTA UN COLOSSO CHIMICO IN CINA
Contrastate stamane le Borse asiatiche. Tokyo perde lo 0,1%, andamento simile a Shanghai. Meglio altri listini del Far East, grazie anche alle nuove stime del Fmi, che ha alzato al 5,5% la crescita della regione per il 2017. L’indice di Taiwan, sostenuta dai titoli dei fornitori di Apple, ha superato per la prima volta la barriera dei 10 mila punti.
La Cina si prepara a sostenere il merger del secolo: la fusione tra Syngenta, appena acquisita, e Chem China (azionista di riferimento di Pirelli), da cui nascerà il primo gruppo chimico mondiale, strumento decisivo per il salto di qualità dell’agricoltura cinese. L’operazione, secondo il Financial Times, è l’ultimo tassello della campagna acquisti condotta dalle due società a livello globale. Ma ci vorrà almeno un anno per far fronte alle tensioni finanziarie generate dallo shopping: il rapporto debiti/mezzi propri di Chem China è pari al 256%.
Le Borse della Corea del Sud oggi sono chiuse: il Paese vota per scegliere il successore della presidente Park colpita dall’impeachment.
NUOVO RECORD PER APPLE: ORA VALE PIÙ DI 800 MILIARDI
Finale piatto a Wall Street dopo una seduta contrastata in cui Nasdaq e S&P hanno toccato i nuovi massimi assoluti prima di chiudere ai livelli precedenti. L’indice Dow Jones è salito dello 0,03%, S&P +0,08%, Nasdaq +0,03%.
La bonaccia non ha impedito a Apple (+2,6% a 152,92 dollari) di raggiungere l’ennesimo record. La capitalizzazione della Mela ha così superato per la prima volta 800 miliardi di dollari. A giustificare il rally è l’ipotesi che il nuovo iPhone 8 possa essere realizzato entro settembre, al contrario di quanto temuto. L’azione Apple, da inizio anno, è salita del 32%.
Nel resto del listino da segnalare il balzo delle borse Kate Spade dopo la notizia dell’offerta di acquisto (2,4 miliardi di dollari) da parte di Coach (+4,8%) alla ricerca di prodotti per i millennials. IBM è stata la peggior blue chip con un calo dell’1,3%: da inizio anno il titolo perde l’8%.
SI FERMA LA DISCESA DEL PETROLIO, INVARIATA ENI
Poco mosse le quotazioni del petrolio: il Brent tratta a 49,36 dollari, il Wto a 46,47 (entrambi +0,1%). Continuano le grandi manovre sul petrolio in vista del vertice Opec di fine mese. Il ministro dell’Energia Saudita Khalid al Faleh ha ribadito ieri che Riyad farà “quanto necessario” per evitare nuovi rischi di sovrapproduzione. Sono salite anche le società del petrolio, con Exxon Mobil in rialzo dell’1%. A Piazza Affari Eni ha chiuso invariata, poco mosse Saipem e Tenaris.
PAUSA PER LE BORSE EUROPEE. MA LA FIDUCIA VOLA
Borse europee deboli dopo l’elezione di Emmanuel Macron. La giornata è stata così dominata dalle prese di beneficio dopo il rally della scorsa settimana. Venerdì scorso Francoforte ha toccato il nuovo massimo storico. La Borsa di Parigi ha guadagnato l’8,8% nelle 12 sedute fra il primo turno elettorale e il ballottaggio di questo weekend, salendo a livelli che non toccava dal gennaio 2008.
A Milano l’indice l Ftse Mib ha perso lo 0,26%, chiudendo a quota 21.428. La Borsa di Parigi è arretrata dello 0,9%, Francoforte – 0,1%, Madrid -0,4%. In Europa le perdite più nette sono fra i titoli delle Costruzioni (Stoxx del settore -1,1%) e le Banche (-0,6%).
La fiducia degli investitori nella zona euro ha toccato il massimo da circa un decennio in maggio, migliorando oltre le attese, grazie alla valutazione positiva dell’attuale contesto economico e alle prospettive di riduzione dell’incertezza politica. È quanto emerge dall’indice Sentix, balzato a 27,4, picco da luglio 2007, da 23,9 punti di aprile.
BTP SOTTO PRESSIONE. GIOVEDÌ ALL’ASTA 7,25 MILIARDI DI TITOLI
Sale la pressione sul debito italiano nonostante venerdì scorso S&P abbia rasserenato gli animi confermando il rating dell’Italia a “BBB-“ con outlook stabile. Di qui una giornata calda per i Btp: in serata lo spread è salito a 183 pb (da 176 di venerdì). In parallelo il tasso del decennale si è portato a 2,24% da 2,17% dell’ultima chiusura.
In occasione dell’offerta a medio e lungo termine di giovedì prossimo 11 maggio, il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori tra 5,5 e 7,25 miliardi di euro di Btp a tre, sette e 30 anni e dell’off-the-run settembre 2044.
UNIPOL AVANZA IN BPER. I PIR SPINGONO LA RACCOLTA DI MEDIOLANUM
In assenza di un’adeguata fase di transizione, il bail-in “si è rivelato uno shock normativo che ha contribuito a minare la fiducia nel sistema bancario”, ha detto il presidente uscente della Consob, Giuseppe Vegas, che, nella relazione annuale della Commissione, ha anche rilevato che “la ristrutturazione del sistema è resa più difficile dal carico dei crediti deteriorati”. Torna così d’attualità la questione bancaria, tacitata in queste settimane dall’effetto positivo dell’aumento Unicredit e dagli ottimi risultati trimestrali di Intesa.
L’indice dei bancari italiano ha perduto ieri lo 0,6% dopo i recenti rialzi. In ribasso anche l’indice europeo che segna -0,7%. Il calo più consistente riguarda Bper (-2,5%). Unipol, secondo il Sole 24 Ore, è arrivata a ridosso del 10%, soglia oltre la quale è necessaria l’autorizzazione di Banca d’Italia. Ad oggi, il gruppo finanziario bolognese risulta al 5,01%, mentre il secondo socio è la Fondazione Banco di Sardegna con il 3%. Bper ha archiviato l’ultimo mese con un rialzo del 14%, negli ultimi sei mesi il guadagno è stato del 33%. Nello stesso periodo Unipol ha segnato un balzo del 63%.
A Milano Unicredit è scesa dell’1,2%, Ubi -1,4%. Positiva Intesa (+0,3%) dopo i buoni risultati del primo trimestre. Fra le assicurazioni salgono Unipol (+1,1%) e Generali (+0,2%). Azimut beneficia ancora dei risultati diffusi la scorsa settimana e sale dell’1,9%. Banca Mediolanum +0,07%: grazie ai Pir la raccolta di aprile o stata la più abbondante dell’anno, portando il totale a quota 1,76 miliardi nei quattro mesi, in forte crescita rispetto ai 1,065 miliardi dello stesso periodo 2016.
PIOGGIA DI SELL SU TOD’S (-11%)
Tra i titoli dell’indice principale spicca la pioggia di vendite su Tod’s (-10,96%), di nuovo sui livelli di febbraio a 64,50 euro. In seguito ai dati deludenti annunciati venerdì scorso, molti broker hanno deciso di abbassare raccomandazione e target price. Bnp ha tagliato a Underperform da Neutral. Kepler-Cheuvreux ha tagliato a Reduce da Hold, target a 64 euro da 66 euro. Anche Raymond James ha abbassato il target price del titolo a 57 da 60 euro confermando la raccomandazione underperform.
Tod’s ha chiuso il primo trimestre del 2017 con ricavi in calo del 4,4% a 238 milioni di euro, in flessione del 5% se si esclude l’effetto cambio. Le vendite a parità di perimetro sono scese del 3,2% anno su anno. Il calo della società del gruppo Della Valle ha contagiato altre società del lusso. Moncler ha perduto il 3,3%, pur avendo fornito conti decisamente positivi. Ferragamo -2,3%, Yoox -1,8%.
COMMESSA USA PER PRYSMIAN. SUPERCEDOLA PER ITALIA ON LINE
Fra i titoli industriali, scendono Cnh Industrial (-1,5%) e Fiat Chrysler (-0,7%), sale Leonardo (+0,8%). In lieve rialzo Prysmian (+0,2%). La società si è aggiudicata una commessa della durata di tre anni da 300 milioni di dollari dal gruppo Verizon per la fornitura di 17 milioni di chilometri fibra di cavi per lo sviluppo del 5G e il miglioramento della capacità 4G Lte della rete a banda larga.
Anche Italgas chiude in rialzo del 0,2% dopo i risultati. Equita Sim ha migliorato la guidance sui costi e sugli oneri finanziari della società. Jefferies ha rivisto al rialzo il target price a 5 euro da 4,6 euro. Campari cede lo 0,8%, a 5,55 euro. Venerdì aveva chiuso a 11,20 euro, nuovo record storico. Ieri ha preso il via il frazionamento che prevede l’assegnazione di due nuove azioni ogni una posseduta.
Il miglior titolo è stato Italiaonline: un balzo del 8% che porta il prezzo a 3,136 euro. È stato staccato ieri un dividendo straordinario pari a 0,692 euro per azione, con uno yield lordo è intorno al 9,2%.