In attesa che domani il suo corridore più noto, Nairo Quintana, tiri fuori i primi artigli del condor nella tappa che si concluderà sull’Etna, la Colombia fa festa con quella sorta di suo leone bianco che è Fernando Gaviria, 23 anni il prossimo 19 agosto, straordinario velocista in una terra di soli scalatori fin dai tempi del leggendario Lucho Herrera, pioniere del ciclismo andino: tappa e maglia rosa, tutto in sol giorno nel vento di Cagliari, nell’ultima frazione del trittico sardo del Giro prima del trasferimento della carovana in Sicilia. Il suo successo è stato anche un capolavoro di gruppo, quello della Quick-Step Floors, squadra belga e come tale abituata al vento del nord, che ha sfruttato ogni violenta raffica che soffiava ieri sulla Sardegna fino a creare nel finale quel buco decisivo che ha messo fuori gioco i rivali più temuti, cioè Greipel in rosa ed Ewan.
Con l’aiuto dei compagni Jungels e Richeze, è stato facile per Gaviria aver ragione, in una volata a sette, del tedesco Selig e del campione d’Italia, Giacomo Nizzolo, ottenendo la sua prima vittoria nella prima grande corsa a tappe cui partecipa. Cagliari, che in passato ha visto i trionfi di velocisti doc come Mario Cipollini nel 1991, regala al colombiano, grazie all’abbuono di 10” secondi, anche il primato in classifica. Non si ricorda a memoria d’uomo nella storia del Giro che la maglia rosa sia finita sulle spalle dei tre diversi vincitori delle prime tre tappe che l’hanno per giunta indossata per la prima volta. A Olbia a festeggiare è stato l’austriaco Lukas Postlberger, a Tortoli André Greipel, ieri a Cagliari Gaviria.
Probabilmente, dopo il riposo di oggi, domani la maglia rosa troverà sull’Etna un nuovo titolare, probabilmente sarà quello che vincerà ai 1892 metri del Rifugio Sapienza sul vulcano più alto d’Europa. Una salita finale lunga circa 20 km senza picchi arcigni ma che certamente sarà il primo probante test per i due grandi favoriti, Quintana e Nibali, ma anche per i papabili alla top ten finale, tutti ancora a pari tempo, a 13” secondi dalla maglia rosa, tranne lo sfortunato Rohan Dennis, vittima di una delle tante cadute per il vento, che ha chiuso la tappa di ieri con oltre 5 minuti di ritardo. Ora la Bmc deve concentrare sul solo Teejay Van Garderen le speranze di un buon piazzamento finale.
Il Giro arriva sull’Etna per la quarta volta: la prima fu nel 1967, vittoria finale di Felice Gimondi, con il successo di Franco Bitossi, cuore matto, mentre in maglia rosa era Michele Dancelli; la corsa della Gazzetta tornò sul vulcano 22 anni dopo nel 1989 e fu il portoghese Acacio da Silva a vincere e conquistare il primato che alla fine toccò al compianto Laurent Fignon; inutile ai fini della statistica fu invece la vittoria di Alberto Contador nel 2011, un’esibizione di forza sul cono di fuoco del Pistolero, che stravinse il Giro ma che tutto gli venne tolto per la squalifica del doping. La maglia rosa fu assegnata a Michele Scarponi.