Entro domenica prossima, 7 maggio, i 65.000 lavoratori italiani di Fiat, o per meglio dire di FCA e CNH Industrial, potranno aderire, in base all’accordo sindacale sul welfare aziendale siglato con i metalmeccanici di Fim-Cisl, Uilm-Uil e Fismic ma non con Fiom-Cgil, all’ iniziativa denominata Conto Welfare, che prevede l’ erogazione dell’ incentivo di produttività sotto forma di beni e servizi in alternativa alla retribuzione diretta.
L’ iniziativa completa il percorso avviato con il Contratto Collettivo di Lavoro Fiat del 2010 nella parte relativa al welfare aziendale, creando ulteriori opportunità volte a favorire il benessere personale del lavoratore, sia all’ interno dell’ azienda sia nell’ ambito della sua condizione familiare e sociale.
Il Contratto Fiat, proprio sul welfare, è stato infatti, per ampiezza e profondità dei temi trattati in materia di previdenza complementare, prevenzione e assistenza sanitaria, conciliazione delle esigenze e dei tempi di vita e di lavoro o assistenza alle lavoratrici madri, un punto di riferimento in questi anni nel nostro Paese per le altre grandi realtà industriali e non, e da ultimo per lo stesso contratto nazionale dei metalmeccanici firmato anche dalla Fiom-Cgil.
Con l’ adesione al Conto Welfare il lavoratore si avvarrà peraltro di una delle misure introdotte dal Jobs Act per contenere la forbice del cuneo fiscale: l’ esenzione totale da imposte e contributi, a carico lavoratore e a carico azienda, delle somme erogate sotto forma di beni e servizi.
Pertanto con un incentivo di produttività ad esempio di 800 euro annui, il lavoratore che non aderisce al piano percepirà circa 650 euro netti, applicata la tassazione agevolata del dieci per cento per i premi di risultato e dedotti i contributi, mentre il lavoratore, aderendo al piano, percepirà in beni e servizi gli 800 euro netti a cui si aggiunge, per accordo sindacale, un apporto aziendale, attesi i benefici contributivi per l’ azienda, di un ulteriore cinque per cento sempre da spendere in welfare. Gli 800 euro diventano così in totale 840 euro netti, con un incremento di fatto dell’ incentivo di produttività di circa il venticinque per cento.
Poiché l’ importo welfare è esente dalla contribuzione previdenziale, la perdita stimabile sulla futura pensione sarà di meno di un euro al mese; mentre l’ importo è utile per il calcolo del TFR che, se versato nella previdenza complementare, va a neutralizzare tale minima perdita della pensione INPS.
Sul proprio conto welfare personale il lavoratore, collegandosi allo specifico portale ( Employee Portal ), potrà dunque vedere e gestire le quote di incentivo mensili su cui saranno caricati i servizi prescelti e il cui relativo valore sarà dedotto dall’ ammontare maturato.
Il paniere di beni e servizi è costituito da:
Assistenza sanitaria: prevede il rimborso di ogni spesa sanitaria non coperta dal fondo di assistenza sanitaria integrativa aziendale, come farmaci e parafarmaci, certificati medici, visite mediche specialistiche, interventi odontoiatrici e prevenzione dentale, trattamenti fisioterapici o medicina alternativa.
Educazione e istruzione familiari: sono rimborsabili le spese sostenute per l’istruzione e l’ educazione dei familiari, come asili nido, scuole ( testi scolastici, visite di istruzione, mensa scolastica ), università, master, corsi di lingue, stage all’ estero.
Assistenza ai familiari: prevede il rimborso spese per l’ assistenza di familiari over 75 o non autosufficienti, come servizi di badantato, prestazioni fisioterapiche o infermieristiche, rette di degenza in case di cura o riposo.
Buoni acquisto: buoni spesa e carburante utilizzabili in un ampio elenco di esercizi convenzionati.
Benessere e intrattenimento: voucher da impiegare per abbonarsi a palestre, per iscriversi ad attività sportive, a corsi di danza, di hobbystica, di formazione informatica o linguistica, o per acquisto di biglietti per cinema, teatri, stadi, mostre, viaggi.
Previdenza complementare: versamenti di contributi aggiuntivi al relativo fondo di previdenza complementare.
Infine, il lavoratore potrà comunque decidere di uscire dal proprio conto welfare personale entro il 30 settembre prossimo con la liquidazione nella busta stipendio della parte inutilizzata dell’ incentivo di produttività (al netto di tasse e contributi previdenziali ).
In questo modo azienda e sindacati hanno voluto lasciare ampia libertà ai lavoratori di provare il nuovo sistema ed eventualmente di cambiare la loro idea.