Aderire al gruppo bancario cooperativo promosso dalla trentina Cassa Centrale Banca invece che a quello promosso da Iccrea Banca. È questa la scelta che il Cda della Bcc di Castagneto Carducci proporrà all’assemblea dei suoi soci, che si terrà in prima convocazione il 27 aprile e in seconda convocazione il 13 maggio.
“Il progetto di Cassa Centrale Banca è stato unanimemente ritenuto come quello in grado di dare continuità al nostro modo di fare banca – ha detto il direttore generale dell’istituto, Fabrizio Mannari – nell’ambito del nuovo scenario che obbliga tutte le Bcc ad aderire a un gruppo bancario cooperativo. Negli incontri che abbiamo avuto con i vertici del gruppo e nel corso della convention tenuta da Cassa Centrale lo scorso 31 marzo a Milano, abbiamo capito perfettamente che il gruppo che sta nascendo, oltre ad essere solido patrimonialmente e all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, è una realtà fatta di uomini che stanno mettendo tutto il loro impegno e la loro professionalità in questo progetto”.
Del resto, la BCC di Castagneto era stata la prima banca toscana ad aderire all’iniziativa promossa da Cassa Centrale, in quanto la preadesione al gruppo – seppur non vincolante – era stata inviata addirittura nel mese di ottobre 2016.
“Questa scelta – continua il direttore Mannari – permetterà alle banche virtuose come la nostra di continuare nel percorso di crescita con nuove e maggiori prospettive rispetto al passato. Crescita che, lo voglio ricordare, è sempre avvenuta attraverso una graduale e continua espansione delle masse e non attraverso fusioni o incorporazioni. Ci tengo inoltre a precisare che la Banca è sempre stata gestita in maniera sana e prudente e non presenta ad oggi problematiche di esubero di personale, al contrario sono previste ulteriori assunzioni in funzione del prevedibile sviluppo che avverrà negli anni futuri”.
L’assemblea del 13 maggio dovrà approvare anche il bilancio 2016, chiuso con una crescita delle masse amministrate che sfiora il 10%. Gli impieghi alla clientela sono aumentati invece di oltre 50 milioni e la raccolta diretta di oltre 70 (+270 milioni negli ultimi cinque esercizi, dai 618 milioni di fine 2011 agli 885 di fine 2016). L’utile ha superato i 4,5 milioni.
Per quanto riguarda i crediti deteriorati, grazie agli accantonamenti effettuati negli ultimi anni (complessivamente, quasi 50 milioni di euro negli ultimi cinque esercizi) la banca ha elevato la copertura dei crediti problematici quasi al 44%, in linea con i livelli medi di sistema. Le sofferenze incidono per il 6% sugli impieghi e i crediti deteriorati nel loro complesso per poco più dell’11%, la metà del livello medio del sistema bancario italiano. Gli accantonamenti effettuati sono stati validati dalla Banca d’Italia alla fine dell’ispezione terminata a marzo 2016.
Quanto al patrimonio, sfiora i 105 milioni di euro, con il CET 1 ratio del 13,5%, un valore più elevato rispetto a quello medio del sistema bancario. La crescita del patrimonio è stata accompagnata anche dall’incremento della base sociale, arrivata a quasi 2.500 unità.