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San Pietroburgo, 11 morti e decine di feriti

Due le stazioni della metro coinvolte nell’esplosione – Putin era in città – Trovato un secondo ordigno inesploso – Il presunto attentatore sarebbe originario dell’Asia centrale e avrebbe legami con i combattenti siriani.

San Pietroburgo, 11 morti e decine di feriti

La bomba esplosa lunedì nella metro di San Pietroburgo ha ucciso 11 persone, ma il bilancio delle vittime è ancora provvisorio. I feriti sono decine e alcuni sono in condizioni molto gravi. 

Che fosse terrorismo è apparso subito evidente: a non essere chiara è invece la matrice dell’attentato. Potrebbe trattarsi di jihad legata all’impegno della Russia in Siria al fianco di Bashir Al Assad, oppure di di un atto di guerriglia per l’indipendenza della Cecenia. Due piste che rischiano di confondersi, considerato che diversi ceceni hanno abbracciato la causa della guerra per il sedicente Stato islamico.

Intanto, l’agenzia di stampa russa Tass ha scritto martedì mattina che il presunto attentatore sarebbe originario dell’Asia centrale e avrebbe legami con i combattenti siriani. Altre fonti dei media russi sostengono che i servizi segreti del Cremlino sarebbero stati avvertiti nei giorni scorsi dell’imminenza di una serie di attentati terroristici.

In precedenza era stato indicato come responsabile un uomo di mezza età, con la barba e abito e copricapo neri. Ma in serata lui stesso, dopo aver visto la sua foto rilanciata dai canali tv di tutto il mondo, si è presentato dichiarandosi estraneo alla vicenda.

Lunedì la deflagrazione è avvenuta in un convoglio che correva in galleria tra le fermate “Tekhnologicheskiy Institut” e “Sennaya Ploshad”, che è stata invasa dal fumo, tanto che in un primo momento si è parlato di due diverse esplosioni. L’ordigno è stato reso ancora più pericoloso dall’aggiunta di “elementi lesivi”, cioè riempito di schegge, chiodi e altri pezzi di ferro.

Poco dopo un secondo ordigno rudimentale e inesploso è stato trovato in una terza stazione (Ploshchad Vosstaniya) nei pressi della piazza della Rivoluzione. Sono servite ore per disinnescarlo.

“Il conducente ha preso la decisione giusta, quella di non fermare il treno, ma portarlo alla stazione successiva, il che ha consentito di iniziare prontamente l’evacuazione e fornire assistenza ai feriti. Ciò ha contribuito a prevenire un numero di vittime più pesante” ha spiegato un portavoce della polizia.

In città era presente anche il presidente russo Vladimir Putin, intervenuto a un convegno sui media e che nel pomeriggio avrebbe dovuto incontrare il presidente bielorusso Lukašenko.

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