Per l’azienda azzeramento del cuneo fiscale e “benessere organizzativo”, con ricadute sull’immagine e sulla produttività. Per il lavoratore miglioramento della qualità della vita, non solo sul posto di lavoro, e del potere d’acquisto, grazie alla defiscalizzazione e alla decontribuzione dei premi aziendali. E’ il cosiddetto welfare aziendale, un nuovo sistema di relazioni industriali che vede già in Italia più di 16mila contratti depositati, di cui oltre 4mila nella sola Lombardia.
E adesso ci pensano anche le banche, a incominciare da Ubi Banca che a Milano ha presentato il suo nuovo piano Ubi Welfare, una soluzione integrata di servizi dedicati a persone, imprese e territorio. “Consapevoli delle sfide demografiche e sociali che non rendono più sostenibile l’attuale sistema economico – ha detto Letizia Moratti, ex sindaco del capoluogo lombardo e ora Presidente del Consiglio di Gestione della banca -, siamo tutti chiamati ad identificare nuovi modelli in questa direzione. Con Ubi Welfare, la nostra banca ne propone uno particolarmente innovativo, in grado di offrire informazione e servizi in campo sociale, sanitario, di assistenza e cura alla persona e di educazione. Crediamo che questa novità acquisti maggiore senso e valore proprio nella prospettiva di un rilancio del welfare aziendale, un indirizzo peraltro promosso e incentivato dallo stesso Legislatore.”
Ubi Banca è dunque il primo istituto bancario italiano a entrare nel settore del welfare aziendale, attraverso un lavoro diretto da Michele Tiraboschi, Ordinario di Diritto del lavoro e Coordinatore Scientifico di ADAPT che ha presentato l’Osservatorio promosso da UBI Banca di cui è direttore scientifico: uno strumento di analisi sul settore e le sue evoluzioni, per offrire ai dipendenti soluzioni che rispondono alla crescente domanda di servizi dedicati a prevenzione, cura, assistenza, educazione e tempo libero. “Nel dare vita nel 2000 al centro studi ADAPT – ha detto Michele Tiraboschi – il professor Marco Biagi si proponeva di offrire un contributo di riflessione anche progettuale alla costruzione del futuro del lavoro a fronte della grande trasformazione del lavoro innescata da imponenti cambiamenti tecnologici e demografici già allora intuibili e oggi giunti a definitiva maturazione. Ho quindi accettato con convinzione di accompagnare il progetto attraverso la direzione scientifica di un Osservatorio sul welfare aziendale, perché legato a un’iniziativa in linea con le buone prassi offerte della analisi internazionale e comparata, capace di fornire un contributo concreto alla coesione sociale e allo sviluppo ordinato dei processi economici, mediante la messa a punto di un ecosistema territoriale in grado di rispondere, con logiche di prossimità, ai nuovi bisogni delle persone e delle comunità locali”.
L’offerta prevede una soluzione di full outsourcing per l’azienda cliente e il supporto della banca in tutte le fasi del progetto: dalla consulenza sulla realizzazione dei fattori abilitanti, ai servizi di education ed advisory per imprese e dipendenti, fino alla messa a disposizione e gestione della piattaforma dei servizi di Welfare. La piattaforma consentirà, ad esempio, di avere accesso ad una nuova Cassa di Assistenza Sanitaria, a Fondi Pensione Aperti, a un network sanitario convenzionato e a rimborsi per le spese sostenute per l’educazione dei figli e la cura della propria famiglia. UBI Welfare, che si contraddistingue per la completezza dell’offerta, darà accesso anche a beni e servizi per il tempo libero e a card/voucher per effettuare acquisti.
La nuova offerta UBI Welfare è operativa da marzo 2017 ed è accessibile grazie a una rete di specialisti attivabile attraverso tutte le Filiali, i Centri Corporate e i professionisti della divisione Corporate e Investment Banking del Gruppo UBI Banca.