Piazza Affari chiude poco mossa, ma positiva, +0,25%, 19.706 punti, all’inizio di una settimana cruciale e che avrà il suo climax mercoledì, con le elezioni politiche olandesi e la decisione sui tassi americani da parte della Federal Reserve. Dopo un iniziale sbandamento, anche a causa dei dati sulla produzione industriale a gennaio, peggiori delle attese, il principale listino milanese rialza la testa grazie a titoli come Banca Mediolanum +2,29%, Fiat +2,26%, Saipem +1,09%.
Cautela anche nel resto d’Europa e a Wall Street, con i listini in ordine sparso. Nel vecchio continente la piazza più tonica è Londra, +0,33%, che vede avvicinarsi la Brexit, con Theresa May che potrebbe annunciare l’avvio dell’articolo 50 già domani, mentre in Scozia parte l’iter per un nuovo referendum sull’indipendenza. Positive Francoforte +0,22% e Parigi +0,13%; lieve calo per Madrid -0,1%. A New York, a metà seduta, scendono Dow Jones e S&P500, sale il Nasdaq. Il rapporto euro dollaro continua a muoversi attorno a un cambio 1,066. Fra le commodities il petrolio torna sul mercato dopo un’ottava drammatica, con un calo per il greggio del 9%. Alla chiusura delle borse europee il Brent ritocca al rialzo 51,45 dollari al barile, +0,16%. Oro in zona 1200 dollari l’oncia.
Per quanto riguarda il secondario italiano: lo spread del decennale col Bund è a 189.40, il rendimento rialza la testa in giornata e chiude a 2,37%, in linea con venerdì, ai massimi da inizio febbraio. Sempre in tema obbligazionario: al Tesoro, non sarebbero pervenute richieste da parte degli specialist, nella riapertura odierna del Bot a 12 mesi, in asta venerdì scorso.
L’offerta supplementare del buono – collocato venerdì per i previsti 6,5 miliardi di euro con rendimento in leggera risalita a -0,226% – era di 650 milioni.
Pesano i rumor sull’evoluzione di una linea della Bce (un eventuale rialzo dei tassi prima della fine del QE di cui si sarebbe discusso nell’ultima riunione), su cui però non c’è alcun riscontro.
Intanto Maurice Obstfeld, capo economista del Fondo Monetario Internazionale, avverte: il debito globale ha raggiunto ormai “livelli paurosi” e alcuni paesi dell’Eurozona “sono vulnerabili a una normalizzazione della politica monetaria” dopo che non sono riusciti a ridurre il debito in una fase di tassi in calo.
Tornando in Piazza Affari: gli acquisti premiano i tre titoli già citati e, nell’automotive, Ferrari (+1,46%) e Brembo (+1,62%). Contrastati i bancari, con Intesa positiva, +0,99%, mentre Unicredit cede lo 0,49% in attesa dei risultati definitivi del 2016, e Ubi scende dello 0,89%. Bene Banco Bpm, +0,31%, che potrebbe cedere il suo 39% di Agos Ducato a Credit Agricole. Prese di profitto su Poste, -0,23%, dopo l’ottima performance della scorsa settimana e mentre perde consistenza l’ipotesi che l’attuale ad Francesco Caio sia spostato alla guida di Finmeccanica. In rialzo Atlantia +0,89%, con i risultati dell’esercizio 2016 e l’utile netto in rialzo (+32%) a 1,12 miliardi. Recordati cresce di un punto: +1,01%.
In ribasso Azimut -2,53%; Ynap -2,18%; Bper -1,67%; Unipol -1,49%; Mediobanca -1,49%; Mediaset -0,94%.
Fuori dal paniere principale si distinguono positivamente il Sole 24 ore, +11,79%, nella prospettiva di una ricapitalizzazione e di un ricambio al vertice. La Juventus continua a fare gol anche in Borsa: +7,11% oggi, +26,69% da inizio mese. Esuberante D’Amico, +7,62%, multinazionale del trasporto marittimo nei settori dry cargo e product tankers. Crolla Cir, dopo la proposta di una cedola inferiore all’anno scorso.