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Immobili: il mattone nel portafoglio, tra presente e futuro

Secondo l’indage condotta da Pwc, Professione Finanza e MutuiOnline, per l’investimento in asset immobiliari solo una bassa percentuale di clienti si rivolge al proprio consulente finanziario – Il 50% della clientela ha nel proprio portafoglio un investimento immobiliare, ma questo asset non è al centro degli investimenti – Forte calo dei clienti disposti ad investire in immobili con scopo reddituale, per tassazione e difficoltà a reperire affittuari affidabili

L’investimento in beni immobiliari rimane una materia ancora poco esplorata dai consulenti finanziari e tali asset non sono oggi al centro delle strategie dei risparmiatori italiani, è quanto emerge dalla ricerca “Il mattone nel portafoglio, tra presente e futuro” condotta congiuntamente da PwC, Professione Finanza e MutuiOnline su un campione di oltre 600 consulenti finanziari delle principali strutture di consulenza e promozione finanziaria attive in Italia.

L’indagine rivela che la maggior parte dei consulenti finanziari (il 57% degli intervistati) è coinvolta solo da una quota molto ridotta dei propri clienti nella scelta dell’investimento immobiliare. In particolare, solo un cliente su cinque si rivolge al proprio consulente di fiducia per indicazioni nel comparto real estate.

Questo dato si lega fortemente al sentiment negativo che il 60% dei risparmiatori italiani mostra rispetto al settore del real estate: in un contesto di rendimenti finanziari in calo e tassi zero, in cui la crisi finanziaria ha influenzato anche l’economia reale, l’investimento immobiliare ha fortemente risentito del crollo dei corsi dei titoli.

A conferma di questo, l’asset immobiliare non è al centro delle scelte di investimento dei risparmiatori italiani: solo il 4% dei consulenti finanziari indica che almeno un cliente su due ha negli ultimi anni acquistato un bene immobiliare. Tale asset è considerato rischioso alla stregua di un titolo azionario e non percepito come un fattore di diversificazione del rischio di portafoglio.

Nonostante si continui a credere che il valore di un immobile in città sia ancora nel lungo periodo redditizio, i clienti hanno scoperto che anche l’immobiliare può essere soggetto a variazioni di segno negativo e, a causa della tassazione e delle difficoltà a reperire affittuari affidabili, è diminuita notevolmente la percentuale di quelli disposti ad investire in immobili con scopo reddituale.

Oggi il peso medio della quota di asset immobiliari nei portafogli delle famiglie italiane rientra tra il 40% ed il 60%, un valore che è rimasto piuttosto stabile nel tempo. Sebbene il sentiment si confermi negativo, il mattone rimane infatti ben presente nei portafogli di investimento, confermato dal dato del 50% dei risparmiatori che detiene almeno un asset immobiliare, con una particolare preferenza accordata alla prima casa.

“Il mercato immobiliare è sempre stato considerato dagli italiani come un investimento sicuro, un bene rifugio, ma dall’indagine emerge una diversa fotografia. Il mattone viene percepito come un asset rischioso, che non diversifica e che necessita di specifiche competenze, che ancora non sono state appieno colte e maturate da parte dei consulenti finanziari. ” – commenta Mauro Panebianco, Partner di PwC.

“Gli investimenti nel real estate sono da sempre tra le asset class più presenti nel portafoglio degli italiani ed oggi stanno vivendo una fase di cambiamento. Se l’acquisto della prima casa si conferma, infatti, una delle scelte preferite dagli  2 di 2 italiani, è invece sempre minore il numero di risparmiatori che si affida al proprio consulente finanziario per questo tipo d’investimento e che investe in immobili con scopo reddituale” – commenta Jonathan Figoli, CEO di

ProfessioneFinanza. “Seppure il settore continui ad attrarre i risparmiatori, il sentiment però non appare positivo. La grande sfida per la consulenza finanziaria sarà dunque riconquistare la fiducia e guidare l’investitore in un settore inevoluzione, affiancandolo in una scelta d’investimento per la quale c’è da sempre quasi una naturale propensione”.

“Dopo i minimi storici assoluti che hanno caratterizzato tutto il 2016, comincia a registrarsi un lento e graduale incremento dei tassi dovuto a una leggera ripresa delle aspettative di inflazione per il 2017. Si tratta, tuttavia, di un rialzo di poche decine di punti che non influisce in modo evidente sull’attuale costo del denaro, ancora sostanzialmente molto favorevole per le famiglie italiane” – commenta Roberto Anedda, Direttore Marketing di MutuiOnLine.it. “In tale contesto economico gli investimenti sul “mattone” appaiono dunque ancora molto vantaggiosi, soprattutto quelli a lungo termine, a fronte di un’attenta conoscenza del mercato oltre che di un’accorta valutazione dei valori e delle rendite immobiliari”.

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