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730 precompilato: è boom del “fai-da-te”. Record antievasione: 19 miliardi

I contribuenti che hanno scelto di sbrigare la pratica da soli sono aumentati del 50% in un anno – Oggi scade il termine entro cui comunicare le spese sanitarie al Fisco – Intanto, il recupero dell’evasione vola a 19 miliardi nel 2016, record assoluto – Padoan: “Mi fa ridere chi dice che il Governo strizza l’occhio agli evasori”.

In tema di dichiarazione dei redditi, gli italiani si stanno appassionando al fai-da-te. Nel 2016 sono stati inviati al Fisco oltre 20,5 milioni di 730 precompilati e i contribuenti che hanno scelto di sbrigare la pratica da soli – cioè senza farsi aiutare né da un commercialista né da un Caf – sono stati 2,1 milioni, oltre il 10% del totale. Il dato è particolarmente significativo perché segna una crescita del 50% rispetto al 2015, quando i 730 precompilati trasmessi in autonomia erano stati 1,4 milioni. 

Peraltro proprio oggi, giovedì 9 febbraio, scade il termine entro cui comunicare le spese sanitarie al Fisco. Il termine precedente (31 gennaio) è slittato di 9 giorni, ma la proroga non impatterà sul calendario della campagna dichiarativa 2017.

I numeri sul nuovo 730 precompilato sono stati presentati al Tesoro da Rossella Orlandi, numero uno dell’Agenzia delle Entrate, che – alla presenza del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan – ha illustrato i risultati conseguiti l’anno scorso dall’amministrazione fiscale.

In termini generali, il dato che più conta per le casse pubbliche è quello relativo al gettito fiscale complessivo, che l’anno scorso ha raggiunto la quota record di 450 miliardi di euro, contro i 436 del 2015 e i 419 del 2014.

Su questo incremento ha pesato in modo decisivo il recupero dell’evasione, che nel 2016 ha fatto segnare un altro primato storico, arrivando a 19 miliardi di euro. Il risultato è superiore del 28% rispetto ai 14,9 miliardi recuperati nel 2015, che rappresentavano il precedente record. Lo Stato inoltre ha erogato 2,7 milioni di rimborsi fiscali ai contribuenti per un ammontare complessivo di 14 miliardi.

“Mi fa sorridere chi dice che la lotta all’evasione non c’è o che il governo strizza l’occhio agli evasori – ha detto Padoan – Il governo non strizza l’occhio agli evasori, strizza l’occhio ai contribuenti onesti, li aiuta a non fare errori, senza un approccio inutilmente punitivo”.

I margini di miglioramento, però, sono ancora ampi. Uno dei principali fronti su cui intervenire è la tassazione delle nuove imprese digitali, un tema di cui “si discuterà nel corso del G7 a guida italiana”, ha continuato il ministro.  

In particolare, Italia, Francia e altri Paesi hanno contestato il modo con cui Google, Yahoo! e altri giganti del settore digitale generano elevati profitti nei rispettivi territori nazionali mantenendo però la sede fiscale in altri Stati, come l’Irlanda, dove la fiscalità sulle imprese è molto più bassa.

Il G7 finanziario si terrà a Bari dall’11 al 13 maggio.

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