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Il tablet è morto? Il mercato dice di sì

I dati di mercato parlano chiaro: si vendono sempre meno tablet. I consumatori non apprezzano più la via di mezzo e scelgono gli estremi della portatilità: la completezza del laptop, a cui non manca praticamente nulla rispetto ad una dotazione fissa domestica o di lavoro e il minimalismo dello smartphone, pratico e poco ingombrante

Il tablet è morto? Il mercato dice di sì

E’ l’iPhone7 a far volare i conti Apple. L’iPad invece continua a far registrare il segno negativo nelle percentuali di vendita dell’ultima trimestrale. Anche i tablet di Samsung non danno segni di ripresa ormai dal 2014. E’ proprio il mercato di questo segmento di elettronica di consumo ad essere ormai fermo da 2 anni a questa parte.

Eppure, era solo il 2010 quando Steve Jobs presentava il primo iPad, capostipite dei tablet. Possibile che nel giro di soli quattro anni, l’utenza media si sia già stancata di un dispositivo tanto comodo quanto bello da mostrare? Sembrerebbe una sorte molto simile a quella già capitata ad un altro “oggetto del desiderio” – santificato, questa volta, dalla fascia meno abbiente di consumatore medio – ovvero: il “Netbook“. Un computer che non voleva avere la presunzione di essere uno strumento completo per poter far tutto quello che si fa con un computer portatile, ma che finì per essere considerato come un laptop a basso costo e dagli ingombri minimi. Chi non poteva permettersi spese eccessive per avere un laptop, comprava un netbook, ma nel giro di uno o due anni si rendeva conto dei limiti delle prestazioni dell’oggetto e si ritrovava ad avere una nuova esigenza.

Nel caso del tablet, la fascia interessata è quella di chi può spendere dai 400 euro in sù per un dispositivo che non sostituisce nè un telefono, nè un computer a tutti gli effetti. Insomma, un oggetto decisamente superfluo, che però è un bell’oggetto ed è realmente molto pratico. Ma in questo caso, cosa ha determinato il calo delle vendite? Non certo le prestazioni inadeguate, quanto – forse – il fatto che il segmento degli “ibridi” si sia ulteriormente segmentato, dando vita a nicchie ancora più ristrette. Un esempio? I cosiddetti “phablet“, cioè telefoni che sono troppo grandi per essere visti come telefoni e troppo piccoli per essere visti come tablet. Oppure i lettori di e-book, che sono in realtà dei tablet con poche funzioni in più oltre la possibilità di leggere libri digitali. Amazon, con il suo Kindle, è uno dei pochi che può dire di non aver registrato cali in questo settore, se vogliamo allargare la definizione.

Il mercato, inoltre, ha prodotto ormai computer portatili che sono sempre meno pesanti ed ingombranti e che non sacrificano affatto le prestazioni. Prendete il “Surface” della Microsoft: occupa lo spazio di un tablet, pesa come un tablet, ma la produttività è la stessa che si avrebbe con un laptop, anche perché può essere equipaggiato con processori, dotazioni grafiche e di memoria che non hanno nulla da invidiare ad un normale computer portatile. I cellulari, d’altro canto, sono oggetti sempre più versatili e non esiste quasi più nulla che non possa essere fatto utilizzando lo smartphone al posto del computer. Insomma, non c’è più posto per un ibrido che rappresenta ormai un doppione, sia nel primo che nel secondo caso. 

Una ulteriore conferma viene dai dati di vendita dei computer fissi da tavolo. Solo per fare un esempio con una delle aziende che detta legge sul mercato, Apple ha venduto già, mensilmente (base gennaio 2017), più della media mensile di iMac del 2016. Stesso discorso perfino per i componenti dei pc assemblati, che ormai sono un rifugio sicuro per contrastare il calo di vendite dei pc “chiavi in mano” – che non siano Apple – in atto ormai da diversi anni. Insomma, il futuro dell’elettronica digitale di consumo, va nella direzione di oggetti sempre meno riservati agli addetti ai lavori, dai connotati ben definiti. Il computer è ormai un elettrodomestico per la maggior parte degli utenti. Apple lo ha capito e cavalca l’onda. L’utente medio acquista un cellulare e un computer da mettere sulla scrivania di casa, che sia anche un bell’oggetto d’arredamento. Oppure, oltre all’imprescindibile cellulare, la dotazione si ferma ad un laptop iperleggero e iperpotente. Altro non serve.

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