“Mi fa ridere che quando si parla dell’italianità lo si faccia in francese: io, quando parlo dell’Italia e dell’italianità, lo faccio in italiano”. Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo, non fa nomi ma la battuta è trasparente ed è una frecciata all’ad di Unicredit, Jean Pierre Mustier, che di recente aveva parlato in francese dell’opportunità di difendere l’italianità di Generali, di cui Mediobanca (che ha per socio anche Unicredit) è il primo azionista.
Messina ha escluso che oggi il cda di Intesa, che si occuperà di conti, parli del caso Generali ma ha tratteggiato il percorso lungo il quale si muoverà la sua banca.
Primo: “Non facciamo operazioni corsare:questa storia (Ndr di una possibile partecipazione di Intesa in Generali) nasce da una fuga di notizie che riguarda una serie di analisi strategiche che l’ad (di Intesa) stava facendo con diverse alternative possibili”.
Secondo: Intesa ha davanti a sè “diverse alternative possibili, che abbiamo deciso di rendere trasparenti” e che variano da opzioni di crescita endogena a opzioni di crescita esogena. Ma fin da ora, nel caso si facessero operazioni straordinarie, “i nostri vincoli sono trasparenti” e riguardano il patrimonio, i dividendi e il prezzo. “Se dobbiamo diminuire la nostra forza patrimoniale, piuttosto – ha aggiunto Messina che parlava in occasione del decennale di Intesa San Paolo – non facciamo l’operazione”. Quanto alle cedole, “noi paghiamo dividendi importanti e siamo un’azienda che ha prospettiva di crescita reddituale e quindi di crescita dei dividendi”. Infine nella scelta delle operazioni future “entra il tema del valore del prezzo”.
Terzo:in conclusione “come Intesa ci prendiamo il tempo necessario per fare le nostre valutazioni” sulle varie alternative sul mercato che si baseranno su patrimonio, dividendi e prezzi. Le opzioni Generali o Mediobanca restano dunque sul tavolo ma non sono le uniche e le modalità sono tutte da valutare.