In attesa dell’esordio a Wall Street dell’era Trump, i mercati stentano a trovare una direzione di marcia. A Piazza Affari, pur in subbuglio per le manovre sulle Generali, l’indice Ftse Mib, dopo aver quasi annullato le perdite iniziali, segna un ribasso dello 0,15% attorno a quota 19.400. Più marcato il ribasso degli altri listini, compreso tra lo 0,3 e lo 0,4%.
Sale lo spread sul Bund a 170 punti base dai 167 della chiusura di venerdì, mentre il tasso sul decennale dicembre 2026 è sceso dal 2,03 al 2,02%. Debole il dollaro, che perde terreno su euro (fino ai minimi del mese e mezzo di 1,0754 dollari per euro) e yen.
In calo anche il petrolio: Brent a 54,9 dollari al barile (-0,9%). Eni scende dello 0,5%, Saipem -0,8%, avanza Tenaris (+1,1%). Il numero uno di Rosneft, Igor Sechin, ha oggi chiesto al presidente della Russia, Vladimir Putin, di ricevere i partner Banca Intesa, Glencore e Qatar investment Authority, secondo quanto riferisce il Cremlino. Sechin ha detto che Rosneft sta pianificando nuovi progetti con questi tre partner e che intende informare Putin sulle prospettive di questi progetti.
Protagonista della giornata a Piazza Affari è Generali, in rialzo del 5,91% dopo le indiscrezioni sul futuro del Leone. Vari i rumors, a partire dalle prossime dimissioni (probabili) del direttore generale Alberto Minali e la promozione di manager in arrivo da Axa (a loro volta in fuga da Parigi dopo il cambi al vertice). Ma si parla anche di un possibile ingresso nel capitale di Intesa con un investimento di 5-6 miliardi, non si sa bene se in contrapposizione o in alleanza con Allianz.
Diversa la reazione degli altri titoli coinvolti nel puzzle. Arretra Intesa (-2,19%): il presidente Gian Maria Gros-Pietro ha opposto il no comment alle voci. Sale invece Mediobanca (+2,26, azionista di Generali con il 13%) sull’onda dei guadagni della compagnia. Corre in rialzo Banca Generali (+6,4%), che beneficia anche della promozione di Mediobanca a Outperform da Neutral.
Scettici gli analisti sull’operazione. Mediobanca Securities considera “molto complicata dal punto di vista regolatorio” un’operazione che veda l’ingresso di Intesa in Generali, sottolinea che sarebbe una sorpresa per gli investitori della banca, desiderosi di dividendi e di visibilità strategica. Da qui, dice, l’effetto negativo sull’andamento del titolo.
Banca Akros definisce “improbabile” un’acquisizione da parte di Intesa a causa degli alti rischi di integrazione e si dice “scettica” anche su Allianz “per motivi antitrust e politici”. Icbpi ricorda le ricorrenti voci di takeover su Generali, specie dopo il ridimensionamento del suo valore di mercato: “Ci sembra piuttosto improbabile l’ipotesi Intesa Sanpaolo (per la quota di mercato che il gruppo ha raggiunto nel Ramo Vita, che potrebbe sollevare problemi di Antitrust)”.
Contrastate le altre banche. Sale Creval (+2,3%) sempre sulle ipotesi di aggregazioni con Bper (-1%). Banco Bpm è invariata, positiva Ubi (+1,1%). Unicredit scende del 2,5% con la quotazione a 26,30 euro: da oggi è effettivo il raggruppamento in ragione di 10 vecchie azioni per una nuova. Banca Mediolanum perde l’1,9% dopo il downgrade di Mediobanca a Neutral da Outperform.
Enel è scambiata a 4,10 euro dopo avere staccato oggi un dividendo di 0,09 euro. La variazione rettificata per lo stacco è +1,3%. Poco mossi i titoli industriali: Fiat Chrysler + 0,1%, come StM. Buoni rialzi per Prysmian (+1,5%) e Cnh Industrial (+0,7%).
Fra le mid e small cap si mettono in evidenza Fincantieri (+3%) e Mondadori (+2,5%).