I servizi di microbiologia permanente potrebbero arrivare in tutti gli ospedali allo scopo di consentire l’identificazione dei livelli di resistenza e di sensibilità agli antibiotici e permettere ai medici di effettuare le sceglie più appropriate. E ancora: promuovere iniziative che riducano il consumo degli antibiotici in corsia, ampliare la formazione del personale sanitario, creare confezioni di farmaci personalizzate ed evitare le autoprescrizioni.
Queste le proposte contenute in alcune mozioni presentate alla Camera dei Deputati sulle iniziative da attuare in relazione al fenomeno della resistenza agli antibiotici.
Un argomento senza dubbio di nicchia, ma di assoluta rilevanza nazionale e internazionale. Secondo i dati diffusi dal rapporto «Review on Antimicrobial Resistance», pubblicato nel 2016, entro il 2050, le infezioni resistenti agli antibiotici potrebbero essere la prima causa di morte al mondo, superando addirittura il cancro. Inoltre, gli scienziati avrebbero già scoperto un super-batterio resistente a qualsiasi tipo di antibiotici.
Trovare una soluzione a questi problemi, secondo l’Onu, diventerà ben presto «la più grande sfida della medicina contemporanea» e i rappresentanti dell’Assemblea generale hanno firmato il documento che impegna i 193 Paesi membri a mettere in atto politiche e iniziative per contrastare l’antibioticoresistenza.
Tornando in Italia, secondo la mozione Mantero (M5S), già oggi si verificherebbero circa 700mila morti l’anno a causa dell’antibiotico resistenza. In base a quanto dichiarato dall’Iss inoltre «L’uso improprio degli antibiotici ha fatto sì che oggi la loro efficacia non sia più un bene garantito, come a lungo siamo stati abituati a pensare, e che quelli oggi disponibili debbano essere maggiormente difesi, alla stregua di «risorse non rinnovabili».
Occorrono dunque delle misure concrete per contrastare il fenomeno e far sì che gli antibiotici attualmente sul mercato vengano utilizzati in maniera corretta. Per questo ci si deve concentrare soprattutto sulle cure primarie derivanti dalle prescrizioni dei medici di base.
Da tenere in considerazione che, in base ai dati, al sud si consumerebbe un numero superiore di dosi rispetto al Nord, senza una vera e propria giustificazione scientifica. Inoltre, per quanto riguarda gli ospedali, secondo gli esperti, sarebbero tantissimi i pazienti che ricevono antibiotici ad ampio spettro di cui non avrebbero bisogno. Per ovviare a ciò, la mozione Mantero propone di spingere sui laboratori di microbiologia che svolgono «un ruolo fondamentale per la gestione corretta degli antibiotici nelle strutture sanitarie».