La richiesta di arresto contro l’erede di Samsung di Lee Jae Yong è stata respinta dalla giustizia sud-coreana. Per l’attuale vicepresidente del gruppo, assurto ad un ruolo di maggiore responsabilità dopo l’attacco di cuore subito nello scorso ottobre dal padre Lee Kun-hee, era stato spiccato un mandato d’arresto nell’ambito dell’inchiesta che ha provocato la destituzione della presidentessa Park Geun-Hye.
L’accusa rivolta a Lee Jae-Yong, sospettato di corruzione, abuso e spergiuro, è di aver corrotto la presidentessa in cambio di favori. Secondo l’accusa l’erede della dinastia Samsung avrebbe fatto donazioni per milioni di dollari a diverse fondazioni e aziende presumibilmente controllate da Choi Soon-il, amica intima della presidentessa Park, in cambio di favori.
Secondo il Tribunale di Seul, però, che le prove a suo carico non sarebbero abbastanza solide per giustificare un arresto. Una decisione, questa giudicata “molto deplorevole” da un portavoce della Procura, che ha assicurato che gli inquirenti “proseguiranno con l’inchiesta senza indebolirsi”.