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Fusione Luxottica-Essilor: nasce il leader mondiale degli occhiali

Leonardo Del Vecchio avrà il 31% del nuovo gigante degli occhiali che avrà però un futuro francese – Trump critica Bmw e la Germania va all’attacco di Fca ma il ministro Calenda replica: “Si occupino di Volkswagen” – Ordine d’arresto per l’erede Samsung – Londra svaluta in funzione anti-euro

Fusione Luxottica-Essilor: nasce il leader mondiale degli occhiali

Rating, banche e soprattutto Fiat Chrysler. Sembravano questi i temi principali per Piazza Affari, reduce da una settimana debole (-0,88%). Poi, del tutto inattesa, è arrivata la notizia del secolo: Luxottica, leader mondiale degli occhiali, ha annunciato la fusione con la francese Essilor, a sua volta il primo produttore di lenti del pianeta. In cifre un accordo da 50 miliardi di euro, ovvero una delle più importanti fusioni transnazionali di sempre.

A DEL VECCHIO IL 31% DEL CAPITALE, MA IL FUTURO È FRANCESE

Leonardo Del Vecchio sarà l’azionista numero uno, con il 31% del capitale, e occuperà la carica di presidente esecutivo. L’attuale Ceo di Essilor, Hubert Sagnieres, 61 anni, sarà il vicepresidente esecutivo. L’obiettivo del nuovo gruppo è di consolidare la leadership sul mercato asiatico, il più promettente in termini di prospettive. L’intesa, frutto di un lungo negoziato avviato dai francesi, consentirà a Essilor di crescere, dopo vari mercati, anche sul retail.

Leonardo Del Vecchio, 81 anni, garantirà invece il futuro del gruppo che ha creato da zero. Secondo il Financial Times, il nuovo colosso sarà quotato a Parigi, a conferma dell’unico punto debole, visto da Piazza Affari, di un’operazione quasi perfetta, che rimuove ogni perplessità sulla governance del gruppo Luxottica, fino a stamane l‘unica società italiana leader di un settore: il successore di Del Vecchio, che negli ultimi anni ha provato e scartato tre amministratori (a partire da Andrea Guerra) sarà francese, come vuole il trend del momento.

BANCHE E BTP ALLE PRESE CON IL TAGLIO DEL RATING

Oltre alla risposta, probabilmente positiva, dei mercati al merger italofrancese, sarà da monitorare la reazione alla decisione dell’agenzia di rating canadese Dbrs di tagliare il rating del debito italiano a BBB stabile, allineandosi così alle altre agenzie internazionali che già avevano tolto il giudizio “A” allo Stato italiano. 

La perdita della “A” per l’Italia rende più difficile per le banche italiane depositare i titoli di Stato a garanzia presso le banche centrali per ottenere in cambio liquidità. Difficile valutare l’impatto reale nel breve: in teoria potrebbero venir meno al sistema del credito qualcosa come 30 miliardi di liquidità. In realtà, secondo Banca d’Italia, il taglio avrebbe un effetto limitato perché le banche fanno un uso limitato di titoli del debito pubblico come collaterale nelle operazioni Bce.

Ma sul piano politico e psicologico la novità è destinata ad aggravare la fragilità del sistema, alle prese con il peso delle sofferenze. Sul fronte dei crediti deteriorati, dati del Fondo Monetario alla mano, nel secondo trimestre del 2016 la quota di Npl in pancia agli istituti italiani è stata pari al 17,5% dei prestiti complessivi erogati, contro il 3,9% della Francia, l’1% della Gran Bretagna e l’1,4% degli Usa.

In questa cornice i mercati aspettano la presentazione del decreto salva-risparmio in Parlamento e la definizione del piano industriale del Monte dei Paschi. Il relativo decreto di salvataggio è atteso a giorni con la firma del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Mercoledì ci sarà l’audizione dei vertici di Rocca Salimbeni in commissione Finanze del Senato.

LA GERMANIA VA ALL’ATTACCO DI FIAT CHRYSLER

Intanto, crescono le dimensioni del dieselgate Fiat Chrysler. Dopo le contestazioni dell’Epa, l’agenza americana dell’ambiente e l’apertura di una proceduta da parte del ministero della Giustizia Usa, è sceso in campo il ministro tedesco dei Trasporti, Alexander Dobrindt, che non ha perso l’occasione per andare all’attacco contro l’industria del Bel Paese. 

“Le autorità italiane sapevano da mesi che Fca, nell’opinione dei nostri esperti, usava dispositivi di spegnimento illegali”, ha accusato in un’intervista alla Bild on Sonntag il ministro di Berlino, chiedendo alla Ue di imporre il ritiro di alcuni modelli del gruppo per l’ipotesi di un uso di software irregolari per i test. Secca la replica il ministro per lo Sviluppo, Roberto Calenda: “Si occupi di Volkswagen”. 

Per Fiat Chrysler si profila un’altra giornata movimentata sui listini: Fitch (rating di Fca BB-, outlook positivo) ha annunciato una possibile revisione al ribasso in caso di una forte multa inflitta dalle autorità Usa. “In precedenza – si legge in una nota – abbiamo rilevato una debole generazione di cash flow come una delle principali debolezze del credito per il gruppo. Mentre prevediamo che la generazione di cash sottostante si rafforzerà nei prossimi due o tre anni, un deflusso multimiliardario di cash potrebbe rinnovare la pressione sul rating o sull’outlook positivo”.

Intanto arrivato un altro colpo alla tecnologia del diesel: la città di Oslo ha deciso di vietare la circolazione dei mori diesel nella cinta urbana.

LONDRA SVALUTA IN FUNZIONE ANTI-EURO

La geopolitica promette di essere la grande protagonista dei mercati nella settimana d’esordio di Donald Trump.

Sotto tiro stamane sui mercati asiatici la sterlina, scivolata sotto 1,20 sul dollaro alla vigilia dell’avvio negoziati tra Londra e Bruxelles sulle modalità del divorzio inglese dalla Ue. Pesano le parole del ministro degli Esteri inglese Philip Hammond: “Se la Ue ci imporrà condizioni troppo dure, la Gran Bretagna abbasserà fortemente le tasse per attrarre le imprese”.

Trump ha ieri elogiato la Brexit: “Noi faremo grandi cose con il Regno Unito”, ha detto. Duro attacco invece alla Germania e in particolare alla Bmw per gli investimenti in Messico. Il tutto alla vigilia dell’avvio del negoziato tra Londra e Bruxelles.

Meteo Borsa prevede un nuovo rialzo per la Borsa di Londra, favorita dalla sterlina debole. Apertura in calo invece per il mercato tedesco e, di riflesso, per i listini Ue.

ORDINE D’ARRESTO PER L’EREDE SAMSUNG

In calo stamane anche i mercati asiatici nel timore che il presidente Usa dia il via alle ritorsioni contro Pechino, accusato di gestione sleale del cambio. Scende la Borsa di Tokyo (-0,6%), così come quella di Shanghai (-1,4%).

Clamorosi sviluppi nell’indagine della magistratura coreana per le mazzette alla presidente Park Geun Hye. Il giudice ha ordinato l’arresto di Lee Jae Yong, l’erede della fortuna della dinastia Samsung, attuale guida del gruppo (tra l’altro consigliere di Exor). L’accusa è di aver corrotto il presidente in cambio di favori.

DRAGHI E YELLEN IN CAMPO, LA PRIMA VOLTA DI XI JINGPING

Settimana corta ma intensa per i mercati americani, oggi chiusi per la festività del Martin Luther King Day. In attesa della cerimonia di insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump di venerdì 20, da mercoledì 17 i riflettori si accenderanno sul meeting di Davos, la sagra della globalizzazione, messa a rischio dal protezionismo. Alla vigilia è intanto esplosa una nuova “bomba”: il Cremlino starebbe lavorando all’organizzazione di un prossimo summit tra Vladimir Putin e Trump.

Protagonista assoluto dei lavori di Davos, cui parteciperanno più di 70 leader di governo di tutto il pianeta, sarà il presidente cinese Xi Jingping, cui toccherà inaugurare il meeting dedicato alla “leadership sensibile e responsabile”. Quattro gli obiettivi al centro degli incontri: rafforzare la collaborazione globale; rilanciare la crescita; riformare il capitalismo e trasformare il lavoro sotto l’impatto della rivoluzione digitale. In arrivo in settimana anche le nuove stime del Fondo monetario internazionale.

L’appuntamento più importante della politica monetaria riguarda la prima riunione del direttorio della Bce del 2017, in programma giovedì 19. I mercati non si attendono novità dopo che a dicembre la Banca centrale ha allungato di nove mesi al prossimo settembre il programma di acquisti previsti dal Qe (pur ridotto a 60 miliardi/mese da marzo). Ma la ripresa dell’inflazione, soprattutto in Germania, ha scatenato la pressione tedesca: Wolfgang Schaeuble ha chiesto a Mario Draghi di rivedere al più presto la politica espansiva.

Si avvicina anche l’ora di un possibile nuovo aumento dei tassi Usa, cui potrebbe trarre alimento dai dati sull’andamento dei prezzi, che dovrebbero mostrare un’accelerazione a dicembre (spinti dalla benzina). Da seguire anche i verbali dell’ultima riunione della Fed che saranno pubblicati mercoledì sera.

Per questo i mercati seguiranno con grande attenzione il discorso che la presidente della Fed Janet Yellen terrà mercoledì a San Francisco su “obiettivi della politica monetaria e come raggiungerla”. Replica il giorno dopo all’università di Stanford su “scenario economico e scelte di politica monetaria”. Nonostante la forte ripresa dell’occupazione, è difficile che la Fed proceda ad un nuovo rialzo prima di indicazioni più precise da parte dell’amministrazione Trump.

ARRIVANO LE TRIMESTRALI DI GOLDMAN SACHS E CITI

Il mercato sarà assorbito in settimana dall’esame dei conti dei conti di una trentina di società del paniere S&P 500. L’attesa riguarda soprattutto il settore finanziario, il più effervescente dopo le elezioni: saranno annunciati i dati di Morgan Stanley (martedì), Citigroup e di Goldman Sachs (mercoledì). Sotto esame anche Netflix, Ibm e General Electric (venerdì).

L’AUMENTO UNICREDIT ALL’ESAME DI PIAZZA AFFARI. L’EXPLOIT DI UBI

Da seguire anche la prima reazione del mercato dopo l’approvazione venerdì da parte dell’assemblea della proposta di aumento di capitale per 13 miliardi di Unicredit. L’operazione, ha detto l’ad Jean Pierre Mustier, partirà nei primi gironi di marzo, prima del pagamento del bond previso per il 10 marzo. La partecipazione, ha aggiunto, “sarà solo finanziaria e non industriale, cioè non sarà il preludio a fusioni o acquisizioni”.

Occhi puntati anche sul possibile seguito del rally di Ubi, che ha piazzato un +14,17% dopo aver presentato l’offerta vincolante per acquistare tre delle quattro banche “ripulite” dopo la risoluzione di fine 2015 (Etruria, Marche, CariChieti).

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