Ritornare a fare la Juve. Dunque a vincere, perché la vera anomalia del 2016 non sta tanto nel suo svolgimento quanto nel finale. La sconfitta di Doha ha dato fastidio e lasciato qualche strascico nell’ambiente, almeno stando ai rumors attorno a Vinovo, che raccontano di una certa insofferenza di fronte alla sfuriata (televisiva) di Allegri. “Non è successo nulla di clamoroso, solo uno sfogo di un allenatore che tiene al suo lavoro – ha spiegato il tecnico. – Le partite si possono anche perdere ma noi siamo usciti dal campo dopo 35 minuti, questo mi ha fatto arrabbiare molto. Però ho letto tante cose assurde, io sono contento di stare alla Juventus e spero di rimanerci il più a lungo possibile”. Tutto risolto insomma, almeno a parole. Perché poi, come sempre nel calcio, saranno i risultati a decidere il da farsi, tanto più in una società come quella bianconera, quantomai invisa al concetto di sconfitta. A tenere banco poi c’è il discorso mercato, non tanto in entrata (dopo Rincon arriverà un altro centrocampista ma non c’è fretta) quanto in uscita. Evra sembra sempre più vicino al Valencia (in alternativa c’è il Manchester United), il Real Madrid sta pericolosamente puntando il mirino su Paulo Dybala: argomenti scottanti che non lasciano tranquillo Allegri. “Sono contrario al mercato di gennaio, tutte queste voci creano solo instabilità – ha ammesso il tecnico. – Meno se parla e meglio è, poi vedremo quel che succederà”. Meglio pensare al Bologna allora e alla partita di questa sera (ore 20.45): tutti la danno per scontata, l’allenatore bianconero no. “Gli impegni dopo le soste sono sempre complicati – ha spiegato. – In più loro ci hanno sempre creato problemi, dobbiamo stare molto attenti perché è importante mantenere inalterato il vantaggio sulla Roma”. La Juve la affronterà senza Buffon (non convocato) e con un 4-3-1-2 che vedrà Neto in porta, Lichtsteiner, Rugani, Chiellini e Asamoah (Evra, in odore di cessione, non sarà neanche in panchina) in difesa, Khedira, Marchisio e Sturaro a centrocampo, Pjanic sulla trequarti alle spalle della coppia d’attacco Higuain-Dybala. 4-3-3 invece per il Bologna di Donadoni che tenterà il colpaccio con Mirante tra i pali, Krafth, Maietta, Gastaldello e Masina nel reparto arretrato, Donsah, Nagy e Dzemaili in mediana, Rizzo, Destro e Krejici nel tridente offensivo. I bianconeri scenderanno in campo conoscendo già il risultato della Roma, impegnata nel pomeriggio (ore 15) a Marassi contro il Genoa. Trasferta insidiosa per gli uomini di Spalletti: i rossoblu, infatti, sanno letteralmente trasformarsi quando giocano nel proprio stadio. “Hanno già battuto Milan e Juventus” ha sospirato il tecnico, consapevole della delicatezza del match odierno. A tenere banco però è stata soprattutto una sua dichiarazione su un eventuale futuro in bianconero, un’apertura coraggiosa (ma del tutto legittima) che ha fatto (e farà) inevitabilmente discutere. “Questo è il mio lavoro, se mi chiamano per allenare vado dappertutto – ha spiegato in sala stampa. – Il discorso vale per la Juventus, ma anche per Fiorentina, Inter e Milan”. L’assenza della Lazio dall’elenco è l’unica concessione del tecnico alla tifoseria, per il resto la polemica è servita anche se, come sempre, a giudicare gli allenatori, più che le parole, sono i risultati.
La Roma affronterà il Genoa senza Salah (Coppa d’Africa) e dunque tornerà al 3-4-2-1 con Szczesny in porta, Rudiger, Fazio e Juan Jesus (Manolas è convocato ma non sta benissimo) in difesa, Bruno Peres, Strootman, De Rossi ed Emerson a centrocampo, Nainggolan e Perotti sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Dzeko. Classico 3-4-3 per il Genoa di Juric, che tenterà l’ennesimo scalpo eccellente con Perin tra i pali, Izzo, Burdisso e Munoz nel reparto arretrato, Lazovic, Rigoni, Cofie e Laxalt in mediana, Ninkovic, Simeone e Ocampos nel tridente offensivo. Tre punti a Marassi sarebbero fondamentali per i giallorossi e non solo per la rincorsa alla Juve: il Napoli, con la vittoria di ieri sera, l’ha infatti agganciata a quota 38. Successo tutt’altro che agevole quello della squadra di Sarri, arrivato solo a pochi secondi dal termine e ricco di polemiche. Sul 2-1 del San Paolo, oltre al gol di Tonelli al 95’, pesa anche la decisione dell’arbitro Di Bello di espellere Silvestre per doppia ammonizione, la seconda rivelatasi inesistente (61’, il difensore non tocca Reina). E così la Sampdoria, passata in vantaggio al 30’ per un’autorete di Hysaj, s’è trovata in 10 per gran parte del secondo tempo sotto gli assalti del Napoli, quantomai deciso a ribaltare il match. I blucerchiati, autori di una grande prestazione, hanno resistito fino al 83’: a segnare l’1-1 Gabbiadini, in gol, ironia della sorte, proprio adesso che gli hanno comprato Pavoletti (in panchina per tutta la gara). Nel finale poi, complici i 5’ di recupero, ecco la rete decisiva di Tonelli, arrivata proprio un attimo prima del fischio di Di Bello. Che, ovviamente, è finito nel mirino di un Ferrero furibondo e deciso a “vendicarsi” davanti ai microfoni. “Questa partita l’ha decisa lui, Silvestre non ha neanche toccato Reina – ha sbottato il presidente. – Non si può rovinare una gara con una decisione del genere, potevamo dircelo prima e non ci presentavamo. Devono smetterla, il sistema deve cambiare: mettiamo la moviola in campo e mandiamo a casa questi arbitri”.