Ancora un patteggiamento per Deutsche Bank. Il colosso bancario tedesco ha accettato di pagare 95 milioni di dollari alle autorità degli Stati Uniti che la accusavano di frode fiscale. Non solo: la giustizia Usa “ha fatto riconoscere alla Banca di aver agito per evitare le imposte”, ha precisato in una nota Preet Bharara, uno dei procuratori dello Stato di New York.
Gli Stati Uniti hanno fatto causa a Deutsche Bank nel 2014, ma i fatti contestati risalgono al 2000, quando la Banca tedesca acquistò una holding americana, Charter, che aveva in portafoglio le azioni della società farmaceutica Bristol-Myers Squibb. Charter aveva realizzato un’importante plusvalenza su quei titoli, ma per venderli Deutsche Bank avrebbe dovuto pagare un conto fiscale da diversi milioni di dollari.
Perciò la Banca creò una società fantasma a cui Charter fu ceduta prima d’essere liquidata. A sua volta, la società fantasma vendette a Deutsche Bank le azioni Bristol-Myers Squibb, per poi dichiarare al Fisco americano di non avere abbastanza fondi per pagare le imposte sulla transazione.
L’accordo annunciato oggi è una nuova tappa nella risoluzione dei contenziosi fra la giustizia degli Stati Uniti e Deutsche Bank, che evidentemente – come molti altri gruppi finanziari – sta cercando di risolvere tutte le pendenze giudiziarie possibili prima che entri in carica l’amministrazione del nuovo presidente americano, Donald Trump.
Soltanto il mese scorso la Banca tedesca aveva accettato di pagare una multa di 7,2 miliardi di dollari per chiudere la vicenda dei mutui subprime.